giovedì 30 aprile 2009

VERBALE DI FELISSARI IN REGIONE

VERBALE AUDIZIONE DI FELISSARI IN REGIONE SU DISCARICA DI SENNA


REGIONE LOMBARDIA – VI COMMISSIONE – 29/4/2009.
TRASCRIZIONE INTEGRALE DELL’AUDIZIONE.
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Bene, buongiorno a tutti, possiamo iniziare i nostri lavori. Do il benvenuto al Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Lodi, all’Assessore all’Ambiente e al Dirigente del Settore Ambiente. Voi ci avete chiesto una audizione in merito ad una delibera che noi abbiamo all’esame della Commissione, che abbiamo iniziato a discutere, ma non abbiamo ancora approvato, quindi questa audizione certamente è finalizzata ad una acquisizione di un parere per quanto riguarda la vostra Provincia. Do a voi la parola e vi prego di presentarvi, in modo da permetterci la registrazione con il vostro nome.
INTERVENTO PRESIDENTE FELISSARI.
Grazie Presidente, grazie per la tempestività anche con la quale ha accolto la nostra istanza; ringrazio lei e tutti i consiglieri che sono presenti. Sono Osvaldo Felissari, Presidente dell’Amministrazione provinciale. Volevo, prima di fare alcune osservazioni puntuali che saranno fatte dal collega Bagnaschi, che è assessore all’Ambiente, fare due riferimenti di ordine generale: il primo rilievo sull’atto che è appunto all’attenzione della Commissione a cui la Giunta, dopo averlo approvato, ha rinviato per il parere di competenza: nell’ultimo “dato atto” che precede il dispositivo deliberativo, una formula sulla quale riterrei di dover fare una precisazione. Sostanzialmente il “dare atto” recita che “la modifica della DGR n. 86581 è stata condivisa e valutata in sede di tavolo di lavoro permanente per il coordinamento ecc. ecc.”; è una formulazione, come dire, che allude evidentemente al fatto che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza. Noi ci teniamo a ribadire che in quella sede di tavolo tecnico abbiamo espresso le nostre valutazioni di carattere negativo poi ulteriormente ribadite anche con una nota alla stessa Giunta regionale, all’Assessorato competente, che magari vi parteciperemo. Anche perché credo che la precisazione, almeno per quel che ci riguarda, se non ai fini dell’atto, sia comunque utile ribadirla.
Tengo a precisarle, Presidente, a lei e ai colleghi del Consiglio regionale, che questa mattina noi siamo qui anche in rappresentanza dei Sindaci e con l’intenzione di raccordarci con loro e il Comitato che rappresenta un po’ gli elementi di legittimo allarme sociale, che sono scaturiti dopo l’ipotesi localizzativa.
Tengo a porre alla sua attenzione che questa delibera di Giunta regionale per noi interferisce su un provvedimento in corso, cioè noi abbiamo approvato, in ossequio e in ottemperanza anche a degli indirizzi molto puntuali e precisi contenuti nella Legge 26 e ribaditi dalla precedente Giunta regionale, che erano quelli di agire assumendo il principio di responsabilità e di autonomia; laddove, appunto, la Provincia esercitava il proprio principio di responsabilità attraverso l’adozione di un Piano rifiuti che avesse in sé il carattere di essere esaustivo rispetto al trattamento dei rifiuti, e quindi fosse considerato virtuoso, scattava il riconoscimento dell’autonomia decisionale rispetto alle istanze che erano poste alla nostra attenzione: al principio di autosufficienza conseguiva l’assunzione diretta dell’autonomia nell’espressione del parere.
Ora noi questo l’abbiamo considerato non soltanto, come dire, un elemento di richiesta e un’esclamazione, il principio di autosufficienza non era soltanto conclamato, ma è stato generato e contenuto in uno strumento che noi abbiamo adottato e che è il Piano provinciale dei rifiuti.
Da questo punto di vista sottolineo alla sua attenzione che il Piano da noi approvato – dopo peraltro una diffida che, ho visto, ha riguardato un po’ tutte le Province di Regione Lombardia, (perché il tema dei rifiuti evidentemente allude ad emergenze che conosciamo tutti e che quindi non può esporre un’istituzione prestigiosa e consapevole al rischio che ciò accada cioè che si vada in emergenza) noi l’abbiamo adottato e giace in Regione Lombardia dall’11 di dicembre tuttora - come dire - inascoltato e inevaso, cioè noi non abbiamo avuto più nessuna notizia dell’istruttoria a cui pure la Giunta regionale è obbligata a manifestare e ad interagire col nostro strumento.
Ora, saranno poi puntuali le osservazioni che noi faremo ma almeno su una io prego la Commissione di tener conto di elementi che non sono solo suggestivi; dirà poi l’Assessore, ma noi questa notte, ieri notte, siamo già sotto allarme rispetto alle condizioni di piena in cui versa il fiume Po. Ieri sera si è sfiorata la decisione di rompere noi gli argini, sapendo che ci sono ovviamente delle condizioni idrauliche con vasche di laminazione che nel nostro territorio sono comunque presenti, e tutti i consiglieri sanno di che cosa sto parlando, il consigliere Concordati era presente anche stanotte. Su quegli argini ci sono aree che sono state evacuate, in alcuni casi si è rotto, e quindi quando noi parliamo lo facciamo anche con l’attenzione al rischio esondazione – ricordo che noi siamo stati già interessati da un fenomeno di esondazione del 2000: c’è stata una piena che ha mandato in emergenza l’intero territorio, per cui io sottolineo non elementi solo suggestivi. Non ricorro a elementi statistici, ma sottopongo rischi concreti che si sono manifestati nel periodo più recente.
Ora è evidente che in questa condizione di attenzione o di allarme sociale, questa mattina io sono – noi siamo – a ribadire la necessità che questa norma sia non modificata nel senso che è stato deliberato dalla Giunta.
Ultima valutazione prima di questioni puntuali: io vorrei che da parte sua e da parte dei commissari, dei consiglieri commissari, si considerasse un’altra condizione/considerazione di ordine generale; noi Enti locali e Amministrazioni dobbiamo agire in certezza di diritto nei confronti delle istanze dei privati. Cioè noi abbiamo – io credo – per essere sottratti alla discrezionalità dei pronunciamenti, la necessità di istruire i nostri processi e progetti pianificandoli e radicando queste nostre valutazioni all’interno di norme certe; noi dobbiamo avere nell’interlocuzione col privato - non per dire dei no, ma per dire dei sì, a che condizioni, oppure in questo caso per dire dei no - un profondo radicamento normativo. La certezza del diritto è questione essenziale per noi Enti locali. Ora, gli elementi che scaturiscono, invece, da questa norma - e glielo dico perché è veramente clamoroso quello che è previsto a pag. 25 al punto 8.6 – laddove c’è un dispositivo che prevede che si applichino le disposizioni vigenti al momento della presentazione delle istanze, e questo è un principio inequivocabile a cui tutti ci ispiriamo. Rispetto però alla precedente norma c’è un emendamento estensivo che introduce il concetto che “laddove però gli elementi prescrittivi sono più favorevoli all’impresa – cioè all’istante, al proponente – si applicano invece i nuovi criteri”. Noi sottoponiamo l’intera materia non soltanto alla labilità del diritto, perché non è più radicata nella certezza della norma, ma addirittura facciamo prevalere in modo così esplicito e così evidente una cosa che credo, sotto il profilo della legislazione, dovrebbe essere assolutamente riconsiderata, perché mettiamo in mora il diritto che tutela l’esigenza generale – cioè quella pubblica – rispetto invece alla discrezionalità ignota – perché noi non conosciamo gli elementi compositivi dell’offerta del proponente o della proposta progettuale del proponente, perché non ne conosciamo preventivamente l’identità, e quindi rinviamo ad una discrezionalità verso l’ignoto, favorente esclusivamente l’interesse privato.
Io, Presidente, la ringrazio, mi fermo qui; come vede ho fatto un incipit e una conclusione perché credo che sia giusto che noi rappresentiamo in modo esplicito e rigoroso, come si conviene alla franchezza dei rapporti interistituzionali, sapendo che siamo disposti, come abbiamo dimostrato, di fare la nostra parte, ossequiando gli indirizzi e le norme di Regione Lombardia, che però questa delibera di Giunta Regionale mette francamente in condizioni di rischio veramente alto.
Se consente, Presidente, su due o tre cose puntuali chiederei di poter far intervenire l’Assessore Bagnaschi, l’Assessore all’Ambiente. Grazie Presidente, a lei e a tutti i suoi colleghi.

INTERVENTO ASSESSORE BAGNASCHI.
Grazie Presidente: Antonio Bagnaschi, Assessore all’Ambiente - Provincia di Lodi. Quali sono gli elementi di merito puntualmente che mettiamo alla vostra attenzione? Intanto la questione dei beni culturali. Faccio presente che la questione dei beni culturali è stata utile, ed è stata la motivazione che stava alla base del primo diniego al progetto di insediamento della discarica di Senna Lodigiana. Nel precedente testo si citavano mille metri; quindi una misura oggettiva, che dava come prescrizione l’escludente. Oggi questa misura scompare e – diciamo così – si affida al dibattito, alla discussione in Conferenza di Servizi stabilire qual è il metro che permette o meno di avvicinarsi ad una chiesa o ad un bene architettonico e culturale. Tra l’altro nel dispositivo precedente si diceva testualmente “in modo tale da non pregiudicare la pubblica fruizione e percezione del sito”, che è un po’ il senso del godimento dei beni culturali.
A proposito dei beni paesaggistici d’insieme, a pag 35 del nuovo dispositivo, scompare l’escludente per gli insediamenti di inerti: c’è una noticina, se voi andate in fondo a vedere, i nuovi insediamenti sono esclusi, tranne gli insediamenti di inerti. Io qui faccio un’osservazione di senso: se stiamo parlando – e nel nostro caso stiamo appunto ricercando una forma di tutela perché stiamo parlando di un argine che sta sollevato rispetto al piano campagna, come diceva il precedente dispositivo –della fruizione e della percezione del sito, quello è il bene paesaggistico, è evidente che anche gli impianti che trattano inerti hanno, dal punto di vista dell’interferenza, la stessa problematica, e questo è a pag. 35.
C’è la questione delle cave, che rispetto alla nostra vicenda - considerato che stiamo parlando di un insediamento situato in una zona di cava, peraltro ancora attiva – è evidentemente importante per noi. Nel precedente dispositivo si diceva che laddove i piani cave prevedevano in modo espressamente, prevedevano che non ci dovesse essere una discarica vi era un vincolo escludente, oggi la cava rimane comunque e sempre come ambito preferenziale. Noi contestavamo anche la precedente dizione, nel senso che ogni Piano cave, stante la normativa in essere, adottato il Piano cave e poi l’approvazione da parte di Regione Lombardia, non era specificato in alcun modo che bisognava scrivere “non si farà la discarica”; bisognava invece destinare l’area al ripristino e in questo caso l’area di cui stiamo parlando noi è già destinata ad agricolo produttivo. E però qui, anche se c’è una destinazione a ripristino, oppure anche laddove fosse esclusa la destinazione d’uso per discarica, scompare completamente il vincolo escludente.
Un’altra cosa che per noi è importante – perché voi sapete che gli impianti di rifiuti, dal punto di vista ambientale rischiano di interferire in modo particolare con la falda – le aree di protezione della falda superficiale, c’erano nella precedente versione: in questa scompaiono completamente.
Tutti questi elementi sono elementi che – lo diceva prima il Presidente – sono quelli sui quali noi abbiamo costruito – perché era norma vigente e perché erano i regolamenti che peraltro dettavano, anche rispetto alle funzioni provinciali, i ragionamenti rispetto al Piano di gestione dei rifiuti, abbiamo costruito la difesa rispetto ad un insediamento che – lo dico – non serve al Lodigiano perché noi abbiamo ampiamente dimostrato la nostra autosufficienza.
Come diceva prima il Presidente Felissari, se queste norme entrano in vigore e sono – diciamo così –legge perché più favorevoli ai proponenti, evidentemente noi in questa vicenda diventiamo molto più deboli.
Io le lascio uno specchietto, Presidente, se lei crede, che riassume il tutto in modo esaustivo …

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Grazie, anche per la documentazione che poi provvederemo a fotocopiare e distribuire a tutti i componenti della Commissione. Chiedo ai colleghi, che sono presenti all’audizione, se hanno delle domande da porre anche se la vostra esposizione è stata veramente molto chiara. Puntuale e chiara. Bene, mi pare di capire che non ci siano richieste… Concordati, prego.
DOMANDE DI CONCORDATI:
Era, vabbè, sono due domande specifiche, una rispetto al Piano rifiuti, ecco: se l’Assessore o il Presidente mi aiutano personalmente nel ricordare qual era la tempistica prevista dalla legge rispetto all’approvazione dei piani rifiuti, perché questo sia un tema, a prescindere dal problema della Provincia di Lodi, che deve vedere un’attenzione da parte del Consiglio, ecco, perché se le Province – nel momento in cui non fanno – possono essere messe in mora, ci deve essere anche un elemento di salvaguardia nel momento in cui l’iter viene allungato a dismisura; questa è una domanda.
La seconda domanda, ecco: io ho guardato, come credo gli altri colleghi, il… le linee guida, le sue modifiche e non solo, concentrandomi su quelle che sono le modifiche, su cui ringrazio per le cose che avete portato e credo possano essere utili per i lavori della Commissione, io credo che il provvedimento, no, può permetterci, visto che è stato ri-adottato dalla Giunta, di fare anche una valutazione complessiva, io pongo un tema, che mi sembra abbastanza importante proprio in quella logica in cui i problemi devono essere affrontati e ci deve essere una certezza del diritto, ecco, nel rapporto tra pubblico e privato e riguarda il tema delle cave. Ecco: se non è il caso, secondo voi, visto che il provvedimento è arrivato in Commissione e la Commissione può avanzare delle modifiche che venga chiarito, no, il tema che riguarda la sovrapposizione delle pianificazioni, e faccio un esempio proprio specifico. Vi è una cava, vi è un’area inserita in un Piano cave, attivata, tra l’altro, con destinazione per gli straordinari, orizzonte 2015, ecco: qual è il livello che tutela, cioè, come può essere che un privato, no, che sta estraendo su una parte del sito, che dovrebbe attivare una bonifica, decide di fare una richiesta in cui chiede all’Ente pubblico “adesso me la mettete in un altro livello di pianificazione” che è quella del Piano dei rifiuti, ecco: se non è il caso che, secondo voi, anche questo elemento venga chiarito, cioè, a me sembra un paradosso. Adesso è vero che sono fermi i grandi interventi di grande carattere infrastrutturale, però uno prende e passa da una… da un tema a un altro, da un altro livello di pianificazione, ecco, se non ritenete che questo tema debba essere affrontato, ma anche per evitare delle cose anche abbastanza fastidiose, no, io… alcuni sindaci mi hanno raccontato di una battuta fatta da alcuni istruttori che dicevano: “Ma noi questa cosa qui possiamo anche autorizzarla e diciamo «parte nel 2015»”; io non so se è vero, se è stata una cosa detto proprio esplicitamente o a latere della riunione, ecco. Però il tipo di domanda che volevo fare è una domanda di questo tipo.

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Prima di dare la parola chiedo se ci sono altre domande… No. Prego, a voi.

RISPOSTA PRESIDENTE FELISSARI.
Grazie Presidente. Rispondo alla seconda istanza rivoltaci dal consigliere Concordati e cioè sulla gerarchia, sulla prevalenza dei piani laddove si sovrappongono rispetto alla tutela degli interessi che sono definiti. Io credo che questa questione sia una questione anche decisiva per il legislatore; Perché? Con le modifiche che vengono introdotte con la delibera che è in attenzione della Commissione noi abbiamo intanto un Piano cave che è approvato da Regione Lombardia, per cui, così come sono organizzati gli indirizzi pianificatori, tempi, modalità sono assunti come strumento di pianificazione regionale, e quindi la cogenza è di quel livello. Oggi invece l’istante, “colui il quale fa domanda di”, è un singolo privato. E quindi è del tutto evidente che se devo valutare sotto il profilo della gerarchia, dei coefficienti di tutela degli interessi, qui c’è un interesse esclusivo, singolo e privato e dall’altra parte invece c’è uno strumento definito, approvato da Regione Lombardia. Questi sono i due elementi che, sotto il profilo – diciamo – dell’interesse, sono in gioco.
Seconda questione, se mi è consentito: il Piano cave. Intanto è un Piano che per scelta, per indirizzo e per qualificazione dei suoi orientamenti, vedrà la scadenza dei propri effetti nel 2015 e quindi considerare quel polo come un buco da riempire – perché a me pare che sia questo la tentazione o la tendenza che sia in atto – è qualcosa che nega in nuce la pianificazione, il suo svolgimento, i termini entro i quali compiersi e soprattutto l’esito finale, perché lì è previsto un intervento di riqualificazione del sito, e non certo quello di un buco da riempire.
Terza considerazione: beh, ma io – Concordati lo sa – è evidente che, come dire, sollecito una risposta che non è retorica ma è stringente. Regione Lombardia, il Presidente Formigoni, l’Assessore Cattaneo, 23 luglio 2007, … 28 luglio 2007, è stata dichiarata la priorità per la realizzazione di un’infrastruttura che è considerata cardine su cui il Piano cave ha orientato i propri indirizzi. Nel 2008, 23 di luglio, in questa sede, è stata dichiarata la cantierabilità della tangenziale di Casalpusterlengo. Ora è pur vero che è un paese che ha difficoltà a realizzare le infrastrutture, ma finalmente, come opere compensative rispetto agli interventi TEM e BREBEMI, e sottolineo questo perché non possiamo – credo – discutere di elementi che inducono i territori all’accettabilità sociale, alla convivenza, con alcune infrastrutture che sono considerate esiziali per lo sviluppo del territorio, e poi non guardare che le compensazioni – laddove realizzano l’esigenza, appunto, come qui, di realizzare un’infrastruttura importante ed è finanziata, ed è cantierabile perché il progetto è già in Anas – noi lo neghiamo: ne va credo, anche dell’autorevolezza dei soggetti che sono entrati in gioco e che hanno pattuito una serie di interventi.
Quindi quella cava deve esistere, deve svolgere la sua funzione perché al servizio di una struttura essenziale che, oltretutto, è stata considerata dentro il quadro delle compensazioni rispetto a due progetti la cui gerarchia non ho certamente la necessità di ribadire all’attenzione di questa Commissione e dei signori consiglieri regionali.

RISPOSTA ASSESSORE BAGNASCHI.
Aggiungo sulla questione dei tempi, brevemente: a seguito dell’emanazione della norma regionale eravamo … tutti gli Enti locali, le Province, attendevano il regolamento che, diciamo così, attribuiva le competenze alle Province nella pianificazione sul… di settore. Il regolamento è arrivato a febbraio del 2008, nel marzo 2008 la Giunta prendeva atto del Piano rifiuti, tempi di pubblicazione, Conferenza di Servizi, Vas, sapete che è una procedura piuttosto lunga, a dicembre 2008 l’adozione da parte del Consiglio provinciale – peraltro se la memoria non mi inganna con voto unanime – siamo in attesa della istruttoria regionale che dovrebbe restituire con approvazione e quindi rendere efficace il Piano.

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Bene, vi ringrazio, vi auguro buon lavoro… Terremo conto di quanto voi ci avete detto. Grazie.

RISPOSTA FELISSARI.
Grazie a lei, Presidente e buon lavoro.

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Aspetto la nota, in modo da poterla distribuire.
RISPOSTA FELISSARI.
Perfetto, grazie

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