sabato 4 aprile 2009

ELEZIONI IN PROVINCIA, IL CENTRODESTRA III

dal Giorno di OGGI

SE SPERAVATE di sapere oggi chi sfiderà alle provinciali Osvaldo Felissari, vi siete sbagliati. La fiera delle candidature non si è ancora conclusa e il paradosso di questa settimana, tutto lodigiano, resta invariato: Milano, ma anche Roma, sembrano proprio puntare tutto su Antonio Biancardi, che però è amato dai suoi, nel Lodigiano, come i corvi dai contadini in tempo di semina. Non lo vogliono. Lo hanno detto a chiare lettere e - sottolineano - serenamente stanno in costante contatto con i vertici dei rispettivi partiti per sbloccare la situazione. Quando? «Forse fra lunedì o martedì», avverte il segretario di Forza Italia, Claudio Pedrazzini. Gianfranco Regali, An, taglia netto sulle ipotesi di una sua candidatura: «Il mio nome era entrato, tanti mesi fa, in una rosa chiesta dalle segreterie, come era accaduto anche in Lega e Forza Italia. Ma io, sia chiaro, appoggio Pietro Foroni, come tutti gli altri. Senza riserve». E proprio Pietro Foroni sembra oggi essere l’ancora di salvezza, formato Lega Nord, a cui il Pdl cerca di aggrapparsi pur di non dare spazio a Biancardi, con una candidatura costruita tutta sulla testa, se non alle spalle, della compagine locale. Dietro, lo si è detto all’infinito, c’è Marco Votta, ma anche Romano Comincioli. E pare che ieri, per telefono, lo stesso Giancarlo Abelli - dominus pavese di Forza Italia, abbia fatto atto di intercessione pro Biancardi, chiedendo un intervento a Guido Podestà, plenipotenziaro milanese di Fi e candidato contro Penati nella città della Madonnina, per far digerire ai lodigiani il nome del «castellano», che intanto passa il fine settimana a Roma. Ma non è affatto detto che Foroni passi. E in quel caso servirebbe quindi un altro nome, di area Pdl, da gettare nella mischia. Ma sembra, per ora, che il veto si estenda anche all’avvocato Adriano Croce, di Codogno. Forse, però, archiviato troppo in fretta.INTANTO, giovedì sera, vertice del Pdl nella sede di corso Archinti. Dalle 9 di sera, seduta fiume, ma dai toni distesi e pacati, dietro le finestre illuminate della sede inaugurata dal sottosegretario Mario Mantovani. Dentro, poco meno di venti persone. C’erano, ovviamente, i segretari provinciali, poi Nicola Buonsante, Livio Bossi, forzista lodigiano ed ex socialista, gli uomini di An e i «reduci» del congresso costituente del Pdl. Dentro, voci tonanti, qualche risata, ma anche istanti di silenzio. Alle 22.30, una pausa. Le finestre si spalancano per concedere una sigaretta ai partecipanti del vertice. Da dentro una voce isolata: «Non è così che si nomina un candidato». Facile che si tratti di una stoccata a Biancardi. Ma c’è anche spazio per qualche battuta sul congresso romano del Pdl: «Ma era davvero pergamena quella del discorso di Berlusconi?», chiede curioso e invidioso un collega a uno dei fortunati «costituenti». Poi di nuovo dentro, ma a finestre aperte. Ha smesso di piovere. Una coppia di anziani passa sotto la sede di Forza Italia e alza lo sguardo incuriosita alle finestre illuminate, ascoltando le voci che rimbombano sulla strada deserta. Dentro si parla anche di liste: si contano i collegi. Sono ormai passate le undici di sera, qualcuno torna al balcone a fumare e scherza: «Facciamo così: noi scegliamo un candidato poi lo mandiamo al balcone a fare il discorso». Risate generali. Alle 23.47 comincia ad uscire alla spicciolata la gran parte dei presenti. Se ne va Buonsante, se ne va anche il segretario cittadino di An. Restano dentro i vertici provinciali. Le luci restano accese: pare ci lavori a un documento da spedire ai capi di Milano e Roma. Ma c’è ancora da aspettare. An, da qualche ora, caldeggia la convocazione di una conferenza stampa per dare «il nome». Quello definitivo che i vertici locali hanno scelto. Ma si attende ancora. Domani c’è il direttivo della Lega. Poi si vedrà.

Nessun commento: