VERBALE AUDIZIONE DI FELISSARI IN REGIONE SU DISCARICA DI SENNA
REGIONE LOMBARDIA – VI COMMISSIONE – 29/4/2009.
TRASCRIZIONE INTEGRALE DELL’AUDIZIONE.
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Bene, buongiorno a tutti, possiamo iniziare i nostri lavori. Do il benvenuto al Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Lodi, all’Assessore all’Ambiente e al Dirigente del Settore Ambiente. Voi ci avete chiesto una audizione in merito ad una delibera che noi abbiamo all’esame della Commissione, che abbiamo iniziato a discutere, ma non abbiamo ancora approvato, quindi questa audizione certamente è finalizzata ad una acquisizione di un parere per quanto riguarda la vostra Provincia. Do a voi la parola e vi prego di presentarvi, in modo da permetterci la registrazione con il vostro nome.
INTERVENTO PRESIDENTE FELISSARI.
Grazie Presidente, grazie per la tempestività anche con la quale ha accolto la nostra istanza; ringrazio lei e tutti i consiglieri che sono presenti. Sono Osvaldo Felissari, Presidente dell’Amministrazione provinciale. Volevo, prima di fare alcune osservazioni puntuali che saranno fatte dal collega Bagnaschi, che è assessore all’Ambiente, fare due riferimenti di ordine generale: il primo rilievo sull’atto che è appunto all’attenzione della Commissione a cui la Giunta, dopo averlo approvato, ha rinviato per il parere di competenza: nell’ultimo “dato atto” che precede il dispositivo deliberativo, una formula sulla quale riterrei di dover fare una precisazione. Sostanzialmente il “dare atto” recita che “la modifica della DGR n. 86581 è stata condivisa e valutata in sede di tavolo di lavoro permanente per il coordinamento ecc. ecc.”; è una formulazione, come dire, che allude evidentemente al fatto che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza. Noi ci teniamo a ribadire che in quella sede di tavolo tecnico abbiamo espresso le nostre valutazioni di carattere negativo poi ulteriormente ribadite anche con una nota alla stessa Giunta regionale, all’Assessorato competente, che magari vi parteciperemo. Anche perché credo che la precisazione, almeno per quel che ci riguarda, se non ai fini dell’atto, sia comunque utile ribadirla.
Tengo a precisarle, Presidente, a lei e ai colleghi del Consiglio regionale, che questa mattina noi siamo qui anche in rappresentanza dei Sindaci e con l’intenzione di raccordarci con loro e il Comitato che rappresenta un po’ gli elementi di legittimo allarme sociale, che sono scaturiti dopo l’ipotesi localizzativa.
Tengo a porre alla sua attenzione che questa delibera di Giunta regionale per noi interferisce su un provvedimento in corso, cioè noi abbiamo approvato, in ossequio e in ottemperanza anche a degli indirizzi molto puntuali e precisi contenuti nella Legge 26 e ribaditi dalla precedente Giunta regionale, che erano quelli di agire assumendo il principio di responsabilità e di autonomia; laddove, appunto, la Provincia esercitava il proprio principio di responsabilità attraverso l’adozione di un Piano rifiuti che avesse in sé il carattere di essere esaustivo rispetto al trattamento dei rifiuti, e quindi fosse considerato virtuoso, scattava il riconoscimento dell’autonomia decisionale rispetto alle istanze che erano poste alla nostra attenzione: al principio di autosufficienza conseguiva l’assunzione diretta dell’autonomia nell’espressione del parere.
Ora noi questo l’abbiamo considerato non soltanto, come dire, un elemento di richiesta e un’esclamazione, il principio di autosufficienza non era soltanto conclamato, ma è stato generato e contenuto in uno strumento che noi abbiamo adottato e che è il Piano provinciale dei rifiuti.
Da questo punto di vista sottolineo alla sua attenzione che il Piano da noi approvato – dopo peraltro una diffida che, ho visto, ha riguardato un po’ tutte le Province di Regione Lombardia, (perché il tema dei rifiuti evidentemente allude ad emergenze che conosciamo tutti e che quindi non può esporre un’istituzione prestigiosa e consapevole al rischio che ciò accada cioè che si vada in emergenza) noi l’abbiamo adottato e giace in Regione Lombardia dall’11 di dicembre tuttora - come dire - inascoltato e inevaso, cioè noi non abbiamo avuto più nessuna notizia dell’istruttoria a cui pure la Giunta regionale è obbligata a manifestare e ad interagire col nostro strumento.
Ora, saranno poi puntuali le osservazioni che noi faremo ma almeno su una io prego la Commissione di tener conto di elementi che non sono solo suggestivi; dirà poi l’Assessore, ma noi questa notte, ieri notte, siamo già sotto allarme rispetto alle condizioni di piena in cui versa il fiume Po. Ieri sera si è sfiorata la decisione di rompere noi gli argini, sapendo che ci sono ovviamente delle condizioni idrauliche con vasche di laminazione che nel nostro territorio sono comunque presenti, e tutti i consiglieri sanno di che cosa sto parlando, il consigliere Concordati era presente anche stanotte. Su quegli argini ci sono aree che sono state evacuate, in alcuni casi si è rotto, e quindi quando noi parliamo lo facciamo anche con l’attenzione al rischio esondazione – ricordo che noi siamo stati già interessati da un fenomeno di esondazione del 2000: c’è stata una piena che ha mandato in emergenza l’intero territorio, per cui io sottolineo non elementi solo suggestivi. Non ricorro a elementi statistici, ma sottopongo rischi concreti che si sono manifestati nel periodo più recente.
Ora è evidente che in questa condizione di attenzione o di allarme sociale, questa mattina io sono – noi siamo – a ribadire la necessità che questa norma sia non modificata nel senso che è stato deliberato dalla Giunta.
Ultima valutazione prima di questioni puntuali: io vorrei che da parte sua e da parte dei commissari, dei consiglieri commissari, si considerasse un’altra condizione/considerazione di ordine generale; noi Enti locali e Amministrazioni dobbiamo agire in certezza di diritto nei confronti delle istanze dei privati. Cioè noi abbiamo – io credo – per essere sottratti alla discrezionalità dei pronunciamenti, la necessità di istruire i nostri processi e progetti pianificandoli e radicando queste nostre valutazioni all’interno di norme certe; noi dobbiamo avere nell’interlocuzione col privato - non per dire dei no, ma per dire dei sì, a che condizioni, oppure in questo caso per dire dei no - un profondo radicamento normativo. La certezza del diritto è questione essenziale per noi Enti locali. Ora, gli elementi che scaturiscono, invece, da questa norma - e glielo dico perché è veramente clamoroso quello che è previsto a pag. 25 al punto 8.6 – laddove c’è un dispositivo che prevede che si applichino le disposizioni vigenti al momento della presentazione delle istanze, e questo è un principio inequivocabile a cui tutti ci ispiriamo. Rispetto però alla precedente norma c’è un emendamento estensivo che introduce il concetto che “laddove però gli elementi prescrittivi sono più favorevoli all’impresa – cioè all’istante, al proponente – si applicano invece i nuovi criteri”. Noi sottoponiamo l’intera materia non soltanto alla labilità del diritto, perché non è più radicata nella certezza della norma, ma addirittura facciamo prevalere in modo così esplicito e così evidente una cosa che credo, sotto il profilo della legislazione, dovrebbe essere assolutamente riconsiderata, perché mettiamo in mora il diritto che tutela l’esigenza generale – cioè quella pubblica – rispetto invece alla discrezionalità ignota – perché noi non conosciamo gli elementi compositivi dell’offerta del proponente o della proposta progettuale del proponente, perché non ne conosciamo preventivamente l’identità, e quindi rinviamo ad una discrezionalità verso l’ignoto, favorente esclusivamente l’interesse privato.
Io, Presidente, la ringrazio, mi fermo qui; come vede ho fatto un incipit e una conclusione perché credo che sia giusto che noi rappresentiamo in modo esplicito e rigoroso, come si conviene alla franchezza dei rapporti interistituzionali, sapendo che siamo disposti, come abbiamo dimostrato, di fare la nostra parte, ossequiando gli indirizzi e le norme di Regione Lombardia, che però questa delibera di Giunta Regionale mette francamente in condizioni di rischio veramente alto.
Se consente, Presidente, su due o tre cose puntuali chiederei di poter far intervenire l’Assessore Bagnaschi, l’Assessore all’Ambiente. Grazie Presidente, a lei e a tutti i suoi colleghi.
INTERVENTO ASSESSORE BAGNASCHI.
Grazie Presidente: Antonio Bagnaschi, Assessore all’Ambiente - Provincia di Lodi. Quali sono gli elementi di merito puntualmente che mettiamo alla vostra attenzione? Intanto la questione dei beni culturali. Faccio presente che la questione dei beni culturali è stata utile, ed è stata la motivazione che stava alla base del primo diniego al progetto di insediamento della discarica di Senna Lodigiana. Nel precedente testo si citavano mille metri; quindi una misura oggettiva, che dava come prescrizione l’escludente. Oggi questa misura scompare e – diciamo così – si affida al dibattito, alla discussione in Conferenza di Servizi stabilire qual è il metro che permette o meno di avvicinarsi ad una chiesa o ad un bene architettonico e culturale. Tra l’altro nel dispositivo precedente si diceva testualmente “in modo tale da non pregiudicare la pubblica fruizione e percezione del sito”, che è un po’ il senso del godimento dei beni culturali.
A proposito dei beni paesaggistici d’insieme, a pag 35 del nuovo dispositivo, scompare l’escludente per gli insediamenti di inerti: c’è una noticina, se voi andate in fondo a vedere, i nuovi insediamenti sono esclusi, tranne gli insediamenti di inerti. Io qui faccio un’osservazione di senso: se stiamo parlando – e nel nostro caso stiamo appunto ricercando una forma di tutela perché stiamo parlando di un argine che sta sollevato rispetto al piano campagna, come diceva il precedente dispositivo –della fruizione e della percezione del sito, quello è il bene paesaggistico, è evidente che anche gli impianti che trattano inerti hanno, dal punto di vista dell’interferenza, la stessa problematica, e questo è a pag. 35.
C’è la questione delle cave, che rispetto alla nostra vicenda - considerato che stiamo parlando di un insediamento situato in una zona di cava, peraltro ancora attiva – è evidentemente importante per noi. Nel precedente dispositivo si diceva che laddove i piani cave prevedevano in modo espressamente, prevedevano che non ci dovesse essere una discarica vi era un vincolo escludente, oggi la cava rimane comunque e sempre come ambito preferenziale. Noi contestavamo anche la precedente dizione, nel senso che ogni Piano cave, stante la normativa in essere, adottato il Piano cave e poi l’approvazione da parte di Regione Lombardia, non era specificato in alcun modo che bisognava scrivere “non si farà la discarica”; bisognava invece destinare l’area al ripristino e in questo caso l’area di cui stiamo parlando noi è già destinata ad agricolo produttivo. E però qui, anche se c’è una destinazione a ripristino, oppure anche laddove fosse esclusa la destinazione d’uso per discarica, scompare completamente il vincolo escludente.
Un’altra cosa che per noi è importante – perché voi sapete che gli impianti di rifiuti, dal punto di vista ambientale rischiano di interferire in modo particolare con la falda – le aree di protezione della falda superficiale, c’erano nella precedente versione: in questa scompaiono completamente.
Tutti questi elementi sono elementi che – lo diceva prima il Presidente – sono quelli sui quali noi abbiamo costruito – perché era norma vigente e perché erano i regolamenti che peraltro dettavano, anche rispetto alle funzioni provinciali, i ragionamenti rispetto al Piano di gestione dei rifiuti, abbiamo costruito la difesa rispetto ad un insediamento che – lo dico – non serve al Lodigiano perché noi abbiamo ampiamente dimostrato la nostra autosufficienza.
Come diceva prima il Presidente Felissari, se queste norme entrano in vigore e sono – diciamo così –legge perché più favorevoli ai proponenti, evidentemente noi in questa vicenda diventiamo molto più deboli.
Io le lascio uno specchietto, Presidente, se lei crede, che riassume il tutto in modo esaustivo …
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Grazie, anche per la documentazione che poi provvederemo a fotocopiare e distribuire a tutti i componenti della Commissione. Chiedo ai colleghi, che sono presenti all’audizione, se hanno delle domande da porre anche se la vostra esposizione è stata veramente molto chiara. Puntuale e chiara. Bene, mi pare di capire che non ci siano richieste… Concordati, prego.
DOMANDE DI CONCORDATI:
Era, vabbè, sono due domande specifiche, una rispetto al Piano rifiuti, ecco: se l’Assessore o il Presidente mi aiutano personalmente nel ricordare qual era la tempistica prevista dalla legge rispetto all’approvazione dei piani rifiuti, perché questo sia un tema, a prescindere dal problema della Provincia di Lodi, che deve vedere un’attenzione da parte del Consiglio, ecco, perché se le Province – nel momento in cui non fanno – possono essere messe in mora, ci deve essere anche un elemento di salvaguardia nel momento in cui l’iter viene allungato a dismisura; questa è una domanda.
La seconda domanda, ecco: io ho guardato, come credo gli altri colleghi, il… le linee guida, le sue modifiche e non solo, concentrandomi su quelle che sono le modifiche, su cui ringrazio per le cose che avete portato e credo possano essere utili per i lavori della Commissione, io credo che il provvedimento, no, può permetterci, visto che è stato ri-adottato dalla Giunta, di fare anche una valutazione complessiva, io pongo un tema, che mi sembra abbastanza importante proprio in quella logica in cui i problemi devono essere affrontati e ci deve essere una certezza del diritto, ecco, nel rapporto tra pubblico e privato e riguarda il tema delle cave. Ecco: se non è il caso, secondo voi, visto che il provvedimento è arrivato in Commissione e la Commissione può avanzare delle modifiche che venga chiarito, no, il tema che riguarda la sovrapposizione delle pianificazioni, e faccio un esempio proprio specifico. Vi è una cava, vi è un’area inserita in un Piano cave, attivata, tra l’altro, con destinazione per gli straordinari, orizzonte 2015, ecco: qual è il livello che tutela, cioè, come può essere che un privato, no, che sta estraendo su una parte del sito, che dovrebbe attivare una bonifica, decide di fare una richiesta in cui chiede all’Ente pubblico “adesso me la mettete in un altro livello di pianificazione” che è quella del Piano dei rifiuti, ecco: se non è il caso che, secondo voi, anche questo elemento venga chiarito, cioè, a me sembra un paradosso. Adesso è vero che sono fermi i grandi interventi di grande carattere infrastrutturale, però uno prende e passa da una… da un tema a un altro, da un altro livello di pianificazione, ecco, se non ritenete che questo tema debba essere affrontato, ma anche per evitare delle cose anche abbastanza fastidiose, no, io… alcuni sindaci mi hanno raccontato di una battuta fatta da alcuni istruttori che dicevano: “Ma noi questa cosa qui possiamo anche autorizzarla e diciamo «parte nel 2015»”; io non so se è vero, se è stata una cosa detto proprio esplicitamente o a latere della riunione, ecco. Però il tipo di domanda che volevo fare è una domanda di questo tipo.
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Prima di dare la parola chiedo se ci sono altre domande… No. Prego, a voi.
RISPOSTA PRESIDENTE FELISSARI.
Grazie Presidente. Rispondo alla seconda istanza rivoltaci dal consigliere Concordati e cioè sulla gerarchia, sulla prevalenza dei piani laddove si sovrappongono rispetto alla tutela degli interessi che sono definiti. Io credo che questa questione sia una questione anche decisiva per il legislatore; Perché? Con le modifiche che vengono introdotte con la delibera che è in attenzione della Commissione noi abbiamo intanto un Piano cave che è approvato da Regione Lombardia, per cui, così come sono organizzati gli indirizzi pianificatori, tempi, modalità sono assunti come strumento di pianificazione regionale, e quindi la cogenza è di quel livello. Oggi invece l’istante, “colui il quale fa domanda di”, è un singolo privato. E quindi è del tutto evidente che se devo valutare sotto il profilo della gerarchia, dei coefficienti di tutela degli interessi, qui c’è un interesse esclusivo, singolo e privato e dall’altra parte invece c’è uno strumento definito, approvato da Regione Lombardia. Questi sono i due elementi che, sotto il profilo – diciamo – dell’interesse, sono in gioco.
Seconda questione, se mi è consentito: il Piano cave. Intanto è un Piano che per scelta, per indirizzo e per qualificazione dei suoi orientamenti, vedrà la scadenza dei propri effetti nel 2015 e quindi considerare quel polo come un buco da riempire – perché a me pare che sia questo la tentazione o la tendenza che sia in atto – è qualcosa che nega in nuce la pianificazione, il suo svolgimento, i termini entro i quali compiersi e soprattutto l’esito finale, perché lì è previsto un intervento di riqualificazione del sito, e non certo quello di un buco da riempire.
Terza considerazione: beh, ma io – Concordati lo sa – è evidente che, come dire, sollecito una risposta che non è retorica ma è stringente. Regione Lombardia, il Presidente Formigoni, l’Assessore Cattaneo, 23 luglio 2007, … 28 luglio 2007, è stata dichiarata la priorità per la realizzazione di un’infrastruttura che è considerata cardine su cui il Piano cave ha orientato i propri indirizzi. Nel 2008, 23 di luglio, in questa sede, è stata dichiarata la cantierabilità della tangenziale di Casalpusterlengo. Ora è pur vero che è un paese che ha difficoltà a realizzare le infrastrutture, ma finalmente, come opere compensative rispetto agli interventi TEM e BREBEMI, e sottolineo questo perché non possiamo – credo – discutere di elementi che inducono i territori all’accettabilità sociale, alla convivenza, con alcune infrastrutture che sono considerate esiziali per lo sviluppo del territorio, e poi non guardare che le compensazioni – laddove realizzano l’esigenza, appunto, come qui, di realizzare un’infrastruttura importante ed è finanziata, ed è cantierabile perché il progetto è già in Anas – noi lo neghiamo: ne va credo, anche dell’autorevolezza dei soggetti che sono entrati in gioco e che hanno pattuito una serie di interventi.
Quindi quella cava deve esistere, deve svolgere la sua funzione perché al servizio di una struttura essenziale che, oltretutto, è stata considerata dentro il quadro delle compensazioni rispetto a due progetti la cui gerarchia non ho certamente la necessità di ribadire all’attenzione di questa Commissione e dei signori consiglieri regionali.
RISPOSTA ASSESSORE BAGNASCHI.
Aggiungo sulla questione dei tempi, brevemente: a seguito dell’emanazione della norma regionale eravamo … tutti gli Enti locali, le Province, attendevano il regolamento che, diciamo così, attribuiva le competenze alle Province nella pianificazione sul… di settore. Il regolamento è arrivato a febbraio del 2008, nel marzo 2008 la Giunta prendeva atto del Piano rifiuti, tempi di pubblicazione, Conferenza di Servizi, Vas, sapete che è una procedura piuttosto lunga, a dicembre 2008 l’adozione da parte del Consiglio provinciale – peraltro se la memoria non mi inganna con voto unanime – siamo in attesa della istruttoria regionale che dovrebbe restituire con approvazione e quindi rendere efficace il Piano.
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Bene, vi ringrazio, vi auguro buon lavoro… Terremo conto di quanto voi ci avete detto. Grazie.
RISPOSTA FELISSARI.
Grazie a lei, Presidente e buon lavoro.
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE.
Aspetto la nota, in modo da poterla distribuire.
RISPOSTA FELISSARI.
Perfetto, grazie
giovedì 30 aprile 2009
CROLLATO IL PONTE DELLA VIA EMILIA SUL PO
CROLLO DEL PONTE SUL PO DELLA VIA EMILIA A SAN ROCCO AL PORTO. CI SAREBBERO AUTO NEL FIUME. SI SOSPETTANO FERITI. (Segue)
martedì 28 aprile 2009
FELIX-FORONI: PRIMO FACCIA A FACCIA
Il premio applauso del primo incontro Felissari-Foroni alla confartigianato, ieri, va alla claque Lega-An. Rumorosi, con un tempo comico perfetto. Sul confronto, Felissari parte floscio, sottovoce e sottotono. Foroni all'assalto. Poi Felix si riprende, nella chiusura va un po' meglio dell'avversario. La sensazione, però, è che Foronix giocava in casa...![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUqRFN7TcAg4JBJ34hyVnt3a3bqzNSWgvixxC1aE9cVSYWmedmUWe4EZFoXIctzFmpBwsPBtIAZ1MijyL-fjFeO-nEpQlz-0WLyqtNmLPXpzA45pM2kdgb9v48ZSOYsKmv-VQtH7JjRdU/s320/lodi%2520candidati%2520c7_DSC3239.jpg)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUqRFN7TcAg4JBJ34hyVnt3a3bqzNSWgvixxC1aE9cVSYWmedmUWe4EZFoXIctzFmpBwsPBtIAZ1MijyL-fjFeO-nEpQlz-0WLyqtNmLPXpzA45pM2kdgb9v48ZSOYsKmv-VQtH7JjRdU/s320/lodi%2520candidati%2520c7_DSC3239.jpg)
(foto dal sito Confartigianato)
LE MANI DEL MARIUOLO CHIESA SUL LODIGIANO E I SUOI RIFIUTI
Dal Giorno di oggi
Cosa c'entra Mario Chiesa con il Lodigiano? Sicuramente più di quanto si sospettava. L’ex manager pubblico, primo protagonista di Tangentopoli, che aveva trovato nuova spazio nel settore dello smaltimento dell’immondizia, è tuttora in carcere con l’accusa di aver «gonfiato» i numeri della raccolta rifiuti nei comuni dove aveva vinto l’appalto. Ma la lunga strada di quelle indagini conduce, fra mille rivoli, anche nel Lodigiano. Secondo l’accusa, tramite la società Sem, a lui riconducibile, Chiesa vinceva gli appalti, poi affidava lo smaltimento alla Solarese (amministrata dei fratelli Balestrucci), la quale, sempre secondo i magistrati, curava lo smaltimento e faceva aumentare la raccolta, provocando un guadagno illecito. MA LE DUE aziende hanno solide radici anche nel Lodigiano. E per confermarlo, basta guardare dentro il registro delle imprese della Camera di commercio, dove saltano fuori nomi, quote azionarie. Così, si scopre che la Sem, direttamente, con la proprietà della Solarese detiene quote di proprietà della Lodigiana Ambiente, azienda di Ospedaletto Lodigiano, che a sua volta è socia della Eal, controllata dalla Provincia, e di una miriade di Comuni in Eal Compost, società mista pubblico-privata, guidata dal forzista Paolo Negri, in cui partecipa anche la Cre di Maccastorna, nota per la discarica di Senna. Lodigiana Ambiente aveva tra i suoi soci Valter Sgaravatto, coinvolto in un’inchiesta su smaltimenti irregolari nel 2005. Ma poi Sgaravatto aveva ceduto le quote e se n’era andato. Esattamente la stessa cosa che fece Marco Ciresa il 30 giugno del 2006. Ma a chi ha venduto la Ciresa Spa le sue quote il 30 giugno del 2006? Alla Sem Srl, la ditta che i magistrati considerano una delle pedine di Mario Chiesa. Ma non è finita qui. LA SOLARESE srl, l’altra pedina del gioco di Chiesa nella raccolta rifiuti considerata gonfiata dai magistrati, infatti non è estranea alla Lodigiana Ambiente e quindi, per proprietà transitiva, anche alla Eal Compost. Dietro Solarese e dietro Lodigiana Ambiente, infatti, c’è, ancora una volta, una fiduciaria lussemburghese. Un’azienda costituita in uno dei pochi paesi dove il nome dei proprietari delle quote del capitale può rimanere nascosto. Nel capitale sociale di Lodigiana Ambiente, 80mila euro, 26.400 appartengono alla Sem, 27.200 alla Sirs Italiana Srl, e 26.400 alla B Holding Sa, sede in Lussemburgo, boulevard du Prince Henry 19/21. E la stessa azienda, la B Holding, è proprietaria di tutti i 52mila euro del capitale sociale della Solarese srl, dei fratelli Balestrucci.
Cosa c'entra Mario Chiesa con il Lodigiano? Sicuramente più di quanto si sospettava. L’ex manager pubblico, primo protagonista di Tangentopoli, che aveva trovato nuova spazio nel settore dello smaltimento dell’immondizia, è tuttora in carcere con l’accusa di aver «gonfiato» i numeri della raccolta rifiuti nei comuni dove aveva vinto l’appalto. Ma la lunga strada di quelle indagini conduce, fra mille rivoli, anche nel Lodigiano. Secondo l’accusa, tramite la società Sem, a lui riconducibile, Chiesa vinceva gli appalti, poi affidava lo smaltimento alla Solarese (amministrata dei fratelli Balestrucci), la quale, sempre secondo i magistrati, curava lo smaltimento e faceva aumentare la raccolta, provocando un guadagno illecito. MA LE DUE aziende hanno solide radici anche nel Lodigiano. E per confermarlo, basta guardare dentro il registro delle imprese della Camera di commercio, dove saltano fuori nomi, quote azionarie. Così, si scopre che la Sem, direttamente, con la proprietà della Solarese detiene quote di proprietà della Lodigiana Ambiente, azienda di Ospedaletto Lodigiano, che a sua volta è socia della Eal, controllata dalla Provincia, e di una miriade di Comuni in Eal Compost, società mista pubblico-privata, guidata dal forzista Paolo Negri, in cui partecipa anche la Cre di Maccastorna, nota per la discarica di Senna. Lodigiana Ambiente aveva tra i suoi soci Valter Sgaravatto, coinvolto in un’inchiesta su smaltimenti irregolari nel 2005. Ma poi Sgaravatto aveva ceduto le quote e se n’era andato. Esattamente la stessa cosa che fece Marco Ciresa il 30 giugno del 2006. Ma a chi ha venduto la Ciresa Spa le sue quote il 30 giugno del 2006? Alla Sem Srl, la ditta che i magistrati considerano una delle pedine di Mario Chiesa. Ma non è finita qui. LA SOLARESE srl, l’altra pedina del gioco di Chiesa nella raccolta rifiuti considerata gonfiata dai magistrati, infatti non è estranea alla Lodigiana Ambiente e quindi, per proprietà transitiva, anche alla Eal Compost. Dietro Solarese e dietro Lodigiana Ambiente, infatti, c’è, ancora una volta, una fiduciaria lussemburghese. Un’azienda costituita in uno dei pochi paesi dove il nome dei proprietari delle quote del capitale può rimanere nascosto. Nel capitale sociale di Lodigiana Ambiente, 80mila euro, 26.400 appartengono alla Sem, 27.200 alla Sirs Italiana Srl, e 26.400 alla B Holding Sa, sede in Lussemburgo, boulevard du Prince Henry 19/21. E la stessa azienda, la B Holding, è proprietaria di tutti i 52mila euro del capitale sociale della Solarese srl, dei fratelli Balestrucci.
Lutto al circolo Archinti
Ci informano della scomparsa di Enrico Cerri, presidente e fondatore del Circolo Archinti di viale Pavia. Condoglianze ai familiari, agli amici e ai soci.
Gui.Ba.
Gui.Ba.
lunedì 27 aprile 2009
RIFIUTOPOLI
Foroni spara alzo zero su Felissari. Sulla vicenda amministrativa serve chiarezza. I soci pubblici, poi, dovrebbero sapere chi c'è dietro le fiduciarie lussemburghesi che lavorano con le aziende pubbliche, diventandone socie. La campagna elettorale è partita.
INFLUENZA SUINA E CINGHIALI...
A Zorlesco si chiedono: nelle farmacie ci sono abbastanza antivirali?
mercoledì 22 aprile 2009
sabato 18 aprile 2009
Commento di oggi
dal Giorno di Oggi
Chi l' detto che la giornata migliore del centrodestra sarebbe stata proprio venerdì 17? La data che la superstizione bolla d’infamia, per paradosso, è infatti in vista delle elezioni provinciali di giugno l’attimo della chiarezza, dello scioglimento del nodo più ingarbugliato che la recente storia politica del territorio ricordi. Con l’incarico ufficiale, sospirato, contestato, negato e infine concesso a furor di popolo a Pietro Foroni, sindaco leghista di Maleo, i casi curiosi non sono terminati. Di rado si è visto infatti un partito grande come il Pdl, quasi 50mila voti alle politiche, fare di tutto per cedere la candidatura ad altri, al punto da ingaggiare un braccio di ferro estenuante, durato settimane, con i dirigenti regionali e nazionali. Sul leghista Foroni, però, si è creata per la prima volta l’unità del centrodestra. E nessuno potrà mai imputare al centrodestra di non aver saputo scegliere in autonomia, con una evidente capacità di unità. Manca l’Udc, è vero, ma per la prima volta in provincia Forza Italia, An e Lega sono insieme fin dal primo turno. Un «vantaggio» che certo i vertici del Pdl locale non volevano lasciarsi sfuggire. Ma ogni conquista ha anche un prezzo. Quello pagato oggi dal nascente Pdl è quello della leadership della coalizione, palesemente riconosciuta alla Lega, capace non solo di selezionare i suoi uomini, ma anche di difenderli, di fare quadrato e di riuscire a organizzarsi stabilmente sul territorio. Ed è qui la differenza con il Pdl. Lo ha detto ieri - indirettamente - anche Giancarlo Regali: scegliere un nome del Pdl in questa fase avrebbe portato a «qualche problemino». Tradotto, significa malcontento e qualche divisione interna. Così, meglio affidarsi alla collaudata macchina della Lega, che avrà pure meno voti del Pdl, ma ha struttura e solidità sufficiente per tener testa a Felissari e al suo centrosinistra. Ed ecco il supremo paradosso di questo venerdì 17. I molti voti di Forza Italia e An sono senza dubbio i più politici, i più legati al consenso del Governo nazionale. La Lega invece garantisce la capacità di mobilitare anche il livello amministrativo. E alla fine i dubbi dei vertici regionali azzurri si sono dissolti. Compiendo quello che lo stesso segretario del Carroccio, Guido Guidesi, definiva «un miracolo». Se questo, però, basterà a vincere a giugno, è ancora tutto da vedere.
Chi l' detto che la giornata migliore del centrodestra sarebbe stata proprio venerdì 17? La data che la superstizione bolla d’infamia, per paradosso, è infatti in vista delle elezioni provinciali di giugno l’attimo della chiarezza, dello scioglimento del nodo più ingarbugliato che la recente storia politica del territorio ricordi. Con l’incarico ufficiale, sospirato, contestato, negato e infine concesso a furor di popolo a Pietro Foroni, sindaco leghista di Maleo, i casi curiosi non sono terminati. Di rado si è visto infatti un partito grande come il Pdl, quasi 50mila voti alle politiche, fare di tutto per cedere la candidatura ad altri, al punto da ingaggiare un braccio di ferro estenuante, durato settimane, con i dirigenti regionali e nazionali. Sul leghista Foroni, però, si è creata per la prima volta l’unità del centrodestra. E nessuno potrà mai imputare al centrodestra di non aver saputo scegliere in autonomia, con una evidente capacità di unità. Manca l’Udc, è vero, ma per la prima volta in provincia Forza Italia, An e Lega sono insieme fin dal primo turno. Un «vantaggio» che certo i vertici del Pdl locale non volevano lasciarsi sfuggire. Ma ogni conquista ha anche un prezzo. Quello pagato oggi dal nascente Pdl è quello della leadership della coalizione, palesemente riconosciuta alla Lega, capace non solo di selezionare i suoi uomini, ma anche di difenderli, di fare quadrato e di riuscire a organizzarsi stabilmente sul territorio. Ed è qui la differenza con il Pdl. Lo ha detto ieri - indirettamente - anche Giancarlo Regali: scegliere un nome del Pdl in questa fase avrebbe portato a «qualche problemino». Tradotto, significa malcontento e qualche divisione interna. Così, meglio affidarsi alla collaudata macchina della Lega, che avrà pure meno voti del Pdl, ma ha struttura e solidità sufficiente per tener testa a Felissari e al suo centrosinistra. Ed ecco il supremo paradosso di questo venerdì 17. I molti voti di Forza Italia e An sono senza dubbio i più politici, i più legati al consenso del Governo nazionale. La Lega invece garantisce la capacità di mobilitare anche il livello amministrativo. E alla fine i dubbi dei vertici regionali azzurri si sono dissolti. Compiendo quello che lo stesso segretario del Carroccio, Guido Guidesi, definiva «un miracolo». Se questo, però, basterà a vincere a giugno, è ancora tutto da vedere.
venerdì 17 aprile 2009
ULTIM'ORA: UFFICALE NOMINA PIETRO FORONI
Pietro Foroni, sindaco LEGHISTA di Maleo, 34 anni da compiere, è il candidato di Pdl e Carroccio per le provinciali del 6 e 7 giugno.
IERI ERA COSì: LE PROVINCIALI
CI provando con tutti i mezzi a disposizione. Il Pdl lodigiano, con la Lega, prova a forzare la mano ai vertici regionali, finora contrari alla candidatura di Pietro Foroni, sindaco del Carroccio a Maleo. Ieri, l’ultima assurda giornata di voci e rimpalli, smentite e mezze ammissioni. Alla fine l’unica certezza è che oggi al Lodi Hotel, alle 15.30, i vertici di Pdl e Lega saranno presenti a una conferenza stampa. Foroni, però, non ci sarà. Lo scopo dell’incontro? Probabilmente non quello di dare ufficialmente via libera alla candidatura del leghista. Al massimo quello di «forzare un po’ la mano», come spiega anche il vicecoordinatore Pdl, Giancarlo Regali. In sostanza Claudio Pedrazzini (segretario azzurro) e il suo vice si presenteranno oggi a dire che il candidato che il centrodestra di Lodi vuole è Pietro Foroni. Che a Milano siano d’accordo, bisogna poi vedere. Più che altro si tenta di mettere il grande oppositore Guido Podestà, coordinatore regionale di Forza Italia, davanti al fatto compiuto. Tutto qui? Neppure per idea. Anche convocare una conferenza stampa, infatti, sembra un esercizio da rituale di corte bizantino. Nel pomeriggio, ad esempio, il segretario della Lega, Guido Guidesi, non ne sapeva nulla. Ma si diceva certo che entro oggi «tutto sarebbe stato risolto, al massimo entro sabato». Poi una voce, sottile e costante, dava per certa una conferenza stampa. Maiconvocata, fino a quel momento. Si viene così a sapere, intorno alle 19, che all’hotel Lodi, all’Albarola, per oggi è prenotata una stanza per conferenze, dal poetico nome di «Sala Adda», per un’ora: fra le 15 e le 16. Ma chi l’ha prenotata? La segreteria di Forza Italia. Questo, naturalmente, prima che ai giornali arrivasse comunicazione ufficiale dell’incontro. I telefoni, a quel punto, diventano roventi. Le voci incontrollabili. Alla fine, il busillis si risolve. Chiama il segretario forzista Pedrazzini, convoca l’incontro ufficialmente e afferma: «Sì, siamo tornati sull’ipotesi iniziale, quella della Lega». Una formula un po’ troppo fumosa per dare l’ufficialità della candidatura di Foroni. Ma Pedrazzini assicura: «Partiamo con la campagna elettorale». Ma stamattina, prima della conferenza pubblica del Pdl di Lodi, a Milano c’è ancora una riunione del tavolo regionale, che deve dire l’ultima parola su Foroni. Sarà un sì? Questo lo si saprà soltanto oggi pomeriggio.
giovedì 16 aprile 2009
Consiglio comunale.
De Lucchi, architetto biblioteca Laudese.
Cremonesi presenta provvedimento.
Stasera deroga regolamento edilizio primo lotto biblioteca, deroga semplice per alcuni lavori: ascensore, volume nuovo, e chiusura di un portico. Modifichiamo leggermente volume e uso superficie utile, si va a permesso in deroga legge regionale. Fatto bene Colizzi a cogliere occasione avere arch. De Lucchi. Progetto:
laureato 1965 Firenze etc etc.
De Lucchi:
Bella occasione presentare progetto, mi gratifica, ma qualifica consiglio, perché molto importante, qualsiasi sia il progetto, che possa essere raccontato direttamente raccontato dall’autore, decisioni…
Biblioteca Lodi, intervenuti in due ambiti: architettonico, risruttutturazione e allestimento. Due cose normalmente separate, ma nel mondo contemporaneo. Integrare architettura e arredo, importante che quello che facciamo oggi sia scelto deciso e valutato anche per il futuro. Siamo certi di poche cose, ma che tutto continuerà a cambiare, forse con ritmi anche più rapidi e incalzanti. In biblioteca 400 anni pezzo storico, biblioteca filippini, pezzo d’arte, simbolo dell’operazione: oggetto di rande pregio, miracolosamente intatto, qualità di manufatto e atmosfera.
Biblioteca di Lodi, vista da fuori, luogo bellissimo e non solo centrale, ma caratteristico, vicino piazza, ma integrato con vari affacci su varie strade: insieme di edifici, di corpi, tipici delle città italiane. Sicuramente da valorizzare. Dentro, c’è già tutto. Solo ascensore da aggiungere. Se non di riscoprire alcune cose. Architetti più scopritori che inventori. Biblioteca oggi concepita in chiave contemporanea abbia valore superiore di quello comune. No solo conservazione, libri, studenti, polveroso. Oggi deve essere vivo, vitale e vivace. Attrattiva. E così è in molti casi. Questa configurazione punta a valorizzare queste caratteristiche. Schemi per intenderci fra noi. Dimensione all’intervento. Cosa realizzare…
Primo piano un caffè: luogo d’incontro, informale.
Giardino, cuore di tutta la struttura. Si gode verde, area aperta, bella stagione, luogo d’incontro dove stare e poter vivere liberamente.
Secondo nucleo via Fanfulla, dove si accede ad altra porta, diversa: corte antica dove si affacciano due enti importanti: San Paolo e ex biblioteca ragazzi.
Via solforino: sorpresa. Legata a San Paolo sala, deliziosa. Belle proporzioni e acustica. Ingresso via Solforino enfatizzato, perché area possa avere vitalità propria. Indipendente.
A fianco sala Filippini, sua versione contemporanea. Più piani, come nel passato.Sale rimangono biblioteca, ma aggiunto dettaglio attraente: corridoio cannocchiale che guarda fuori rispetto finestra: infilata di librerie, come se fosse una grande ala di un convento di studiosi del medioevo. A questo piano, piano alto caffè letterario…
Ascensore: torre in legno, non deve disturbare. Legno qualità oggi no problemi manutenzione. Oggetto più adatto e sensibile da inserire nel complesso.
Biblioteca centro di vita per la città: soddisfazione di imparare e sapere.
Gallarati.
Preoccupazione controllo: lavoro egregio. Perplesso ingresso solforino, ma già ingresso. Perplesso scelta del materiale facc. Avrei osato di più…
Gazzola:
Scelta di gusto e di finalità.
Ossuccio. Sì.
Rossi:
Legno, bruciabene. Trattamenti ignifughi? Farà venire capelli bianchi a comandante Vvff.
Baroni: Pum ignora aree dismesse, riqualificazione e piani integrati. Spiace constatare a un passo Pgt no piano strategico fra mobilità e territorio e analisi criticità periferie si sia limitata a mera presa d’atto senza strategia d’azione. Apprezziamo che procedura piani contempli partecipazione cittadini, ma almeno affrontare. Emblematico tema generazione traffico che Pum non dice…
Nodo business park nodello sviluppo senza azioni di merito, senza Vas preventiva. Carenza.
Terza stazione villa Igea, ma seconda a servizio bp.. Meritava essere condivisa attraverso partecipazione cittadini.
Odg: Lodi capolinea S1 Saronno Lodi, accordo Tem si prevede fermata polo universitario previa relazione fattibilità. Considerata assenza studio di merito su Pum. Consiglio comunale lOdi impegna giunta perché ipotesi fermata: collegata stretti limiti valorizzazione e urbanizzazione attorno e Vas.
Rossi:
Dove parcheggiare? In centro sì, chi fuori gira a vuoto. Fascia dalle 8 alle 20, metà parcheggi gialli vuota. Peccato vuoti, o ausiliari,,, perché no provvedimento altre città… O trasformiamo gialle in blu con esclusione residenti notturna o gialle a rotazione.
Zone dove vigili non passano mai..
Gallarati:
Su area verde via Marsala Bar.. percorso culturale. Mangia parcheggi. Via IV Novembre. Costruzione trasparente. Fondazioni? Già che si sconvolge, percHé non pensare nel quadrilatero per creare parcheggio interrato. Parcheggi porta cremona, ulteriormente ridotti. Interessante invece fare contrario.
Bosani.
No documento di grandi strategie, ma operativo. Dopo dialogo. Tempo lungo, ma inevitabile. Documento prende esame problematiche della città e visione d’insieme dignitoso e adeguato alla richiesta. Parcheggi, dà priorità di interventi abbastanza efficace. Vero alcuni scompaiono, ma effettuati dopo nuovi parcheggi o ampliamento quelli esistenti. Saldo positivo. Scelte coraggiose: sperimentazione Ztl, pedonalizzare almeno alcuni periodi piazza principale, pensiamo isole ambientali che vedranno alcune zone protagoniste. Anche qui introdurre zone pedonali, non solo in centro. Punto imprescindibile: assi di grandi scorrimento e strade di quartiere o traffico limitato.
Documento ci riconosciamo abbastanza. Preferiremmo futuro: confronto con cittadini.
Sì a Baroni.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Sindaco:
Polizia urbana: richiamiamo a tutte possibili infrazioni. Giusto. Chiediamo però a tutti maggiori responsabilità. Quindici anni fa: 51 componenti.Poi, pensionamenti e blocchi: scesi. Limite imposto.
Uggetti: piano strategico, obiettivi ambiziosi.
Per Segalini: schifezza... Ma astensao
Colizzi: non condivido futura dichiarazione capogruppo su Odg Baroni. NOn è facile programmare: buon lavoro. Chi verrà dopo di me farà meglio. Odg Baroni, comincio a essere preoccupato. Concetto - senza cattiveria - introduce sempre concetto in cui lei unica tutelatrice dell'ambiente e altri curati con reolver alla testa. Come se altri non sensibili. Ogni volta provvedimento territorio oltre tangenziale problema. Non lo voto consapevolmente. Stanco di votare cose con pistola alla tempia. Intervento business park, non condiviso e offeso. PEr ora non invito altri a non votare. Per ora, poi se continua a mettere in dubbio onestà su questioni ambientali., lo farò.
BARONI:
Rispetto opinione. NOn concordo Odg sia rilevamento di mancanza..
colizzi interrompe: Mi sono rotto l'anima.
Baroni: intenzione non è quella che pensa lei.
Sindaco.
Proposta Baroni. Odg pone attenzione su tema di Pgt.. già oggetto altre considerazioni su Pgt. Previsione limiti espansione urbanistica. Esplicita senso di marcia già previsto... Non solleviamo perplessità. Se c'è valutazione è ridondanza...
Io voto a favore.
Maggi: Fi.
Io no merito Odg, ma in dovere di intervenire. NOn condivido attacco legittimo diritto di consigliere. Attaccare nel merito è fuori misura, da suo ruolo. Non esiste motivazione... monopolio verde. Dialettica politica, ma non criticare proposta ordine del giorno.
Colizzi:
Maggi si vergogni... non mi toglie il diritto... di esprimermsei.
Colizzi: Baroni dubita a consono piano regolatore o piano territoriale. Io non nego amica personale. Leo Odg secondo me sbagliato. ogni volta voto libertà vigilata. Maggi, ma lei non capisco.
Gazzola:
Dichiaro voto: relativa a odg Baroni. In quanto ritengo inutile. Favore trasporto efficiente
Pum. Pur riconoscendo lavoro enorme e difficoltò proprie, non risolve problema parcheggi. E trasporto pubblico. Ogni volta bus Piazza e Corso Umberto. Imporre dimensioni meno mastodontiche. Poi si dice piazza non vissuta... terrazze estive. Studiate se intelligenza. Astensione doppia.
Voto odg Baroni.
Approvato. Astensione. tre.
Baroni:
Provvedimento. Alcune linee guida condivisibili, fra lacune già dette. Voto favorevole provvedimento.
De Lucchi, architetto biblioteca Laudese.
Cremonesi presenta provvedimento.
Stasera deroga regolamento edilizio primo lotto biblioteca, deroga semplice per alcuni lavori: ascensore, volume nuovo, e chiusura di un portico. Modifichiamo leggermente volume e uso superficie utile, si va a permesso in deroga legge regionale. Fatto bene Colizzi a cogliere occasione avere arch. De Lucchi. Progetto:
laureato 1965 Firenze etc etc.
De Lucchi:
Bella occasione presentare progetto, mi gratifica, ma qualifica consiglio, perché molto importante, qualsiasi sia il progetto, che possa essere raccontato direttamente raccontato dall’autore, decisioni…
Biblioteca Lodi, intervenuti in due ambiti: architettonico, risruttutturazione e allestimento. Due cose normalmente separate, ma nel mondo contemporaneo. Integrare architettura e arredo, importante che quello che facciamo oggi sia scelto deciso e valutato anche per il futuro. Siamo certi di poche cose, ma che tutto continuerà a cambiare, forse con ritmi anche più rapidi e incalzanti. In biblioteca 400 anni pezzo storico, biblioteca filippini, pezzo d’arte, simbolo dell’operazione: oggetto di rande pregio, miracolosamente intatto, qualità di manufatto e atmosfera.
Biblioteca di Lodi, vista da fuori, luogo bellissimo e non solo centrale, ma caratteristico, vicino piazza, ma integrato con vari affacci su varie strade: insieme di edifici, di corpi, tipici delle città italiane. Sicuramente da valorizzare. Dentro, c’è già tutto. Solo ascensore da aggiungere. Se non di riscoprire alcune cose. Architetti più scopritori che inventori. Biblioteca oggi concepita in chiave contemporanea abbia valore superiore di quello comune. No solo conservazione, libri, studenti, polveroso. Oggi deve essere vivo, vitale e vivace. Attrattiva. E così è in molti casi. Questa configurazione punta a valorizzare queste caratteristiche. Schemi per intenderci fra noi. Dimensione all’intervento. Cosa realizzare…
Primo piano un caffè: luogo d’incontro, informale.
Giardino, cuore di tutta la struttura. Si gode verde, area aperta, bella stagione, luogo d’incontro dove stare e poter vivere liberamente.
Secondo nucleo via Fanfulla, dove si accede ad altra porta, diversa: corte antica dove si affacciano due enti importanti: San Paolo e ex biblioteca ragazzi.
Via solforino: sorpresa. Legata a San Paolo sala, deliziosa. Belle proporzioni e acustica. Ingresso via Solforino enfatizzato, perché area possa avere vitalità propria. Indipendente.
A fianco sala Filippini, sua versione contemporanea. Più piani, come nel passato.Sale rimangono biblioteca, ma aggiunto dettaglio attraente: corridoio cannocchiale che guarda fuori rispetto finestra: infilata di librerie, come se fosse una grande ala di un convento di studiosi del medioevo. A questo piano, piano alto caffè letterario…
Ascensore: torre in legno, non deve disturbare. Legno qualità oggi no problemi manutenzione. Oggetto più adatto e sensibile da inserire nel complesso.
Biblioteca centro di vita per la città: soddisfazione di imparare e sapere.
Gallarati.
Preoccupazione controllo: lavoro egregio. Perplesso ingresso solforino, ma già ingresso. Perplesso scelta del materiale facc. Avrei osato di più…
Gazzola:
Scelta di gusto e di finalità.
Ossuccio. Sì.
Rossi:
Legno, bruciabene. Trattamenti ignifughi? Farà venire capelli bianchi a comandante Vvff.
Baroni: Pum ignora aree dismesse, riqualificazione e piani integrati. Spiace constatare a un passo Pgt no piano strategico fra mobilità e territorio e analisi criticità periferie si sia limitata a mera presa d’atto senza strategia d’azione. Apprezziamo che procedura piani contempli partecipazione cittadini, ma almeno affrontare. Emblematico tema generazione traffico che Pum non dice…
Nodo business park nodello sviluppo senza azioni di merito, senza Vas preventiva. Carenza.
Terza stazione villa Igea, ma seconda a servizio bp.. Meritava essere condivisa attraverso partecipazione cittadini.
Odg: Lodi capolinea S1 Saronno Lodi, accordo Tem si prevede fermata polo universitario previa relazione fattibilità. Considerata assenza studio di merito su Pum. Consiglio comunale lOdi impegna giunta perché ipotesi fermata: collegata stretti limiti valorizzazione e urbanizzazione attorno e Vas.
Rossi:
Dove parcheggiare? In centro sì, chi fuori gira a vuoto. Fascia dalle 8 alle 20, metà parcheggi gialli vuota. Peccato vuoti, o ausiliari,,, perché no provvedimento altre città… O trasformiamo gialle in blu con esclusione residenti notturna o gialle a rotazione.
Zone dove vigili non passano mai..
Gallarati:
Su area verde via Marsala Bar.. percorso culturale. Mangia parcheggi. Via IV Novembre. Costruzione trasparente. Fondazioni? Già che si sconvolge, percHé non pensare nel quadrilatero per creare parcheggio interrato. Parcheggi porta cremona, ulteriormente ridotti. Interessante invece fare contrario.
Bosani.
No documento di grandi strategie, ma operativo. Dopo dialogo. Tempo lungo, ma inevitabile. Documento prende esame problematiche della città e visione d’insieme dignitoso e adeguato alla richiesta. Parcheggi, dà priorità di interventi abbastanza efficace. Vero alcuni scompaiono, ma effettuati dopo nuovi parcheggi o ampliamento quelli esistenti. Saldo positivo. Scelte coraggiose: sperimentazione Ztl, pedonalizzare almeno alcuni periodi piazza principale, pensiamo isole ambientali che vedranno alcune zone protagoniste. Anche qui introdurre zone pedonali, non solo in centro. Punto imprescindibile: assi di grandi scorrimento e strade di quartiere o traffico limitato.
Documento ci riconosciamo abbastanza. Preferiremmo futuro: confronto con cittadini.
Sì a Baroni.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Sindaco:
Polizia urbana: richiamiamo a tutte possibili infrazioni. Giusto. Chiediamo però a tutti maggiori responsabilità. Quindici anni fa: 51 componenti.Poi, pensionamenti e blocchi: scesi. Limite imposto.
Uggetti: piano strategico, obiettivi ambiziosi.
Per Segalini: schifezza... Ma astensao
Colizzi: non condivido futura dichiarazione capogruppo su Odg Baroni. NOn è facile programmare: buon lavoro. Chi verrà dopo di me farà meglio. Odg Baroni, comincio a essere preoccupato. Concetto - senza cattiveria - introduce sempre concetto in cui lei unica tutelatrice dell'ambiente e altri curati con reolver alla testa. Come se altri non sensibili. Ogni volta provvedimento territorio oltre tangenziale problema. Non lo voto consapevolmente. Stanco di votare cose con pistola alla tempia. Intervento business park, non condiviso e offeso. PEr ora non invito altri a non votare. Per ora, poi se continua a mettere in dubbio onestà su questioni ambientali., lo farò.
BARONI:
Rispetto opinione. NOn concordo Odg sia rilevamento di mancanza..
colizzi interrompe: Mi sono rotto l'anima.
Baroni: intenzione non è quella che pensa lei.
Sindaco.
Proposta Baroni. Odg pone attenzione su tema di Pgt.. già oggetto altre considerazioni su Pgt. Previsione limiti espansione urbanistica. Esplicita senso di marcia già previsto... Non solleviamo perplessità. Se c'è valutazione è ridondanza...
Io voto a favore.
Maggi: Fi.
Io no merito Odg, ma in dovere di intervenire. NOn condivido attacco legittimo diritto di consigliere. Attaccare nel merito è fuori misura, da suo ruolo. Non esiste motivazione... monopolio verde. Dialettica politica, ma non criticare proposta ordine del giorno.
Colizzi:
Maggi si vergogni... non mi toglie il diritto... di esprimermsei.
Colizzi: Baroni dubita a consono piano regolatore o piano territoriale. Io non nego amica personale. Leo Odg secondo me sbagliato. ogni volta voto libertà vigilata. Maggi, ma lei non capisco.
Gazzola:
Dichiaro voto: relativa a odg Baroni. In quanto ritengo inutile. Favore trasporto efficiente
Pum. Pur riconoscendo lavoro enorme e difficoltò proprie, non risolve problema parcheggi. E trasporto pubblico. Ogni volta bus Piazza e Corso Umberto. Imporre dimensioni meno mastodontiche. Poi si dice piazza non vissuta... terrazze estive. Studiate se intelligenza. Astensione doppia.
Voto odg Baroni.
Approvato. Astensione. tre.
Baroni:
Provvedimento. Alcune linee guida condivisibili, fra lacune già dette. Voto favorevole provvedimento.
mercoledì 15 aprile 2009
CECCHI(NO)
dal GIORNO di oggi..
MESI di zuffe, confusione e attese frustrate, la trattativa sul candidato di centrodestra alle provinciali non è ancora risolta. Da una parte i vertici locali del Pdl che, bocciato Antonio Biancardi, hanno dato appoggio al candidato leghista Pietro Foroni, rinunciando a un proprio nome, dall’altra i vertici regionali, Guido Podestà in testa, che sbarrano ancora la strada a questa ipotesi. Ma la rinuncia in favore della Lega non va giù anche a parte degli iscritti. A farsi portavoce della tensione è il responsabile cittadino di Forza Italia, Pierfrancesco Cecchi. «Dopo Stefano Buzzi mi sono assunto l’onere e l’onore di traghettare il partito in città verso il Pdl — premette —, l’ho fatto con approccio più da tecnico che da politico».
Come giudica, da tecnico, allora la situazione delle candidature?
"È da novembre che chiedo lumi sulla candidatura alle Provinciali. È evidente che nella base c’è malumore e scontento. Le dichiarazioni del campo avverso che i giornali riportano sulle difficoltà interne al centrodestra, purtroppo, rispondono al vero. Dai vertici del partito ci si aspettava la possibilità di scegliere in autonomia il candidato per il territorio. Invece si assiste a un teatrino, a un rimbalzo continuo fra livelli sempre più alti — scandisce senza riserve Cecchi —. In una provincia vitale come la nostra doveva essere la base locale a scegliere, senza dover assistere a giochi e giochini: tu prendi Brescia, io Lodi... È una cosa antipatica, poco elegante».
Quindi, che sensazione ha per il futuro?
«Lo diciamo da mesi. Ora sia i tesserati che diversi imprenditori, pronti ad appoggiarci, si stanno allontanando».
E la scelta di lasciar campo libero alla Lega, rinunciando a un candidato del Pdl?
«I numeri danno ragione al Pdl, è chiaro che c’è disappunto nella base».
Come vede i nomi che sono usciti?
«Mah, Biancardi, che ho incontrato, è sicuramente una persona nota. Ma ha fatto poca vita di partito. Un esterno può anche andare bene, ma non mi sembra ci sia adesione a una sua candidatura. Quanto a Foroni, io faccio l’avvocato, come lui, ma non l’ho mai incontrato. È un giovane amministratore. Ma non è del Pdl...».
E allora chi vedrebbe bene in questo ruolo?
«Tra gli uomini del Pdl, Claudio Pedrazzini. Un giovane, che si è fatto in quattro in questi anni per il partito, lavorando con tenacia. Credo che la sua poteva essere, e forse può essere ancora, una candidatura eccellente. Certo questa campagna elettorale sarà difficile; sono poco fiducioso: a chi correrà rimane solo poco più di un mese e mezzo. E Felissari è molto conosciuto...».
MESI di zuffe, confusione e attese frustrate, la trattativa sul candidato di centrodestra alle provinciali non è ancora risolta. Da una parte i vertici locali del Pdl che, bocciato Antonio Biancardi, hanno dato appoggio al candidato leghista Pietro Foroni, rinunciando a un proprio nome, dall’altra i vertici regionali, Guido Podestà in testa, che sbarrano ancora la strada a questa ipotesi. Ma la rinuncia in favore della Lega non va giù anche a parte degli iscritti. A farsi portavoce della tensione è il responsabile cittadino di Forza Italia, Pierfrancesco Cecchi. «Dopo Stefano Buzzi mi sono assunto l’onere e l’onore di traghettare il partito in città verso il Pdl — premette —, l’ho fatto con approccio più da tecnico che da politico».
Come giudica, da tecnico, allora la situazione delle candidature?
"È da novembre che chiedo lumi sulla candidatura alle Provinciali. È evidente che nella base c’è malumore e scontento. Le dichiarazioni del campo avverso che i giornali riportano sulle difficoltà interne al centrodestra, purtroppo, rispondono al vero. Dai vertici del partito ci si aspettava la possibilità di scegliere in autonomia il candidato per il territorio. Invece si assiste a un teatrino, a un rimbalzo continuo fra livelli sempre più alti — scandisce senza riserve Cecchi —. In una provincia vitale come la nostra doveva essere la base locale a scegliere, senza dover assistere a giochi e giochini: tu prendi Brescia, io Lodi... È una cosa antipatica, poco elegante».
Quindi, che sensazione ha per il futuro?
«Lo diciamo da mesi. Ora sia i tesserati che diversi imprenditori, pronti ad appoggiarci, si stanno allontanando».
E la scelta di lasciar campo libero alla Lega, rinunciando a un candidato del Pdl?
«I numeri danno ragione al Pdl, è chiaro che c’è disappunto nella base».
Come vede i nomi che sono usciti?
«Mah, Biancardi, che ho incontrato, è sicuramente una persona nota. Ma ha fatto poca vita di partito. Un esterno può anche andare bene, ma non mi sembra ci sia adesione a una sua candidatura. Quanto a Foroni, io faccio l’avvocato, come lui, ma non l’ho mai incontrato. È un giovane amministratore. Ma non è del Pdl...».
E allora chi vedrebbe bene in questo ruolo?
«Tra gli uomini del Pdl, Claudio Pedrazzini. Un giovane, che si è fatto in quattro in questi anni per il partito, lavorando con tenacia. Credo che la sua poteva essere, e forse può essere ancora, una candidatura eccellente. Certo questa campagna elettorale sarà difficile; sono poco fiducioso: a chi correrà rimane solo poco più di un mese e mezzo. E Felissari è molto conosciuto...».
sabato 11 aprile 2009
venerdì 10 aprile 2009
GUIDESI ESTERNA SULLE PROVINCIALI
Conto alla rovescia sul candidato. Guidesi blinda Foroni e "mette fretta" alla segreteria regionale di Forza Italia
IERI l’ultimo falso allarme. Una riunione a Milano con Guido Podestà è andata a vuoto, e slitta il via libera della candidatura di Pietro Foroni. Così interviene il segretario della Lega, Guido Guidesi. «Mi stupisco ancora una volta che non sia stata data ufficialità alla candidatura di Foroni, che non solo è il candidato migliore, ma è quello che per la prima volta ha raccolto l’unità del centrodestra, come dimostra anche il documento delle segreterie del Pdl. Non so quando la segreteria regionale del Pdl deciderà di dare il suo assenso, ma Foroni è sicuramente il nostro candidato, e penso anche quello di tutto il centrodestra».
IERI l’ultimo falso allarme. Una riunione a Milano con Guido Podestà è andata a vuoto, e slitta il via libera della candidatura di Pietro Foroni. Così interviene il segretario della Lega, Guido Guidesi. «Mi stupisco ancora una volta che non sia stata data ufficialità alla candidatura di Foroni, che non solo è il candidato migliore, ma è quello che per la prima volta ha raccolto l’unità del centrodestra, come dimostra anche il documento delle segreterie del Pdl. Non so quando la segreteria regionale del Pdl deciderà di dare il suo assenso, ma Foroni è sicuramente il nostro candidato, e penso anche quello di tutto il centrodestra».
mercoledì 8 aprile 2009
lunedì 6 aprile 2009
L'AQUILA
Grande preoccupazione per l'affetto che mi lega a una delle città della mia vita e a tante persone che ci vivono. Oggi non mi va troppo di scherzare.
domenica 5 aprile 2009
Il Pd sbeffeggia il Pdl: avete paura di perdere... (Ma sarà vero?)
dal Giorno di oggi.
TUTTO è nelle mani del vertice regionale di Forza Italia. La partita delle candidature per le Provinciali, che rimane ancora appesa al dilemma Pdl e Lega, nel territorio del Lodigiano, non è ancora risolta. Dopo la «rivolta» contro il nome di Antonio Biancardi, che secondo i vertici locali di An e Forza Italia, è un’imposizione dall’alto, la partita passa alla segreteria regionale degli azzurri. Sono loro ad aver sponsorizzato la scelta di Biancardi, sono loro ad aver ricevuto nelle scorse ore la unanime proposta del centrodestra di candidare Pietro Foroni, il sindaco leghista di Maleo. Meglio un leghista, per il Pdl lodigiano, che un forzista indesiderato, come Biancardi. A Milano non hanno risposto né sì né no alla richiesta del territorio. Anche se An scalpitava per uscire subito allo scoperto e dare notizia ufficiale della scelta di Foroni, i vertici azzurri hanno preferito spostare la decisione di qualche giorno, fino massimo a martedì.INTANTO il Pd, autorevolmente sollecitato nelle scorse ore a intervenire, interviene a gamba tesa sulle trattative aperte nel centrodestra. «Finora non abbiamo detto nulla perché non ci capacitavamo di una situazione come questa, quasi kafkiana, con una base che protesta contro l’imposizione dall’alto — spiega Sandro Manfredi —. Evidentemente, dopo lo scintillio del congresso di Roma, con seicento giornalisti esteri, quando il Pdl arriva sul territorio, la musica cambia, davanti al confronto con Felissari. Evidente è la contraddizione di un segretario provinciale di Forza Italia, timoroso e silenzioso durante la campagna elettorale, che ora tenta di passare l’onere della candidatura alla Lega. È una cosa curiosa leggere sui giornali di un partito che non appoggia un proprio candidato. Forse — attacca — Pedrazzini è preoccupato dei sondaggi che certamente ha in mano, anche perché, nel caso di una sconfitta, la prima testa a cadere sarebbe la sua. Dietro, probabilmente, c’è anche qualche mal di pancia degli ex dirigenti di An che forse giocano una partita per conto proprio. Noi, invece, siamo sempre più motivati e coesi. E lavoriamo senza neppure l’ombra di una divisione". Guido Bandera
TUTTO è nelle mani del vertice regionale di Forza Italia. La partita delle candidature per le Provinciali, che rimane ancora appesa al dilemma Pdl e Lega, nel territorio del Lodigiano, non è ancora risolta. Dopo la «rivolta» contro il nome di Antonio Biancardi, che secondo i vertici locali di An e Forza Italia, è un’imposizione dall’alto, la partita passa alla segreteria regionale degli azzurri. Sono loro ad aver sponsorizzato la scelta di Biancardi, sono loro ad aver ricevuto nelle scorse ore la unanime proposta del centrodestra di candidare Pietro Foroni, il sindaco leghista di Maleo. Meglio un leghista, per il Pdl lodigiano, che un forzista indesiderato, come Biancardi. A Milano non hanno risposto né sì né no alla richiesta del territorio. Anche se An scalpitava per uscire subito allo scoperto e dare notizia ufficiale della scelta di Foroni, i vertici azzurri hanno preferito spostare la decisione di qualche giorno, fino massimo a martedì.
sabato 4 aprile 2009
ELEZIONI IN PROVINCIA, IL CENTRODESTRA III
dal Giorno di OGGI
SE SPERAVATE di sapere oggi chi sfiderà alle provinciali Osvaldo Felissari, vi siete sbagliati. La fiera delle candidature non si è ancora conclusa e il paradosso di questa settimana, tutto lodigiano, resta invariato: Milano, ma anche Roma, sembrano proprio puntare tutto su Antonio Biancardi, che però è amato dai suoi, nel Lodigiano, come i corvi dai contadini in tempo di semina. Non lo vogliono. Lo hanno detto a chiare lettere e - sottolineano - serenamente stanno in costante contatto con i vertici dei rispettivi partiti per sbloccare la situazione. Quando? «Forse fra lunedì o martedì», avverte il segretario di Forza Italia, Claudio Pedrazzini. Gianfranco Regali, An, taglia netto sulle ipotesi di una sua candidatura: «Il mio nome era entrato, tanti mesi fa, in una rosa chiesta dalle segreterie, come era accaduto anche in Lega e Forza Italia. Ma io, sia chiaro, appoggio Pietro Foroni, come tutti gli altri. Senza riserve». E proprio Pietro Foroni sembra oggi essere l’ancora di salvezza, formato Lega Nord, a cui il Pdl cerca di aggrapparsi pur di non dare spazio a Biancardi, con una candidatura costruita tutta sulla testa, se non alle spalle, della compagine locale. Dietro, lo si è detto all’infinito, c’è Marco Votta, ma anche Romano Comincioli. E pare che ieri, per telefono, lo stesso Giancarlo Abelli - dominus pavese di Forza Italia, abbia fatto atto di intercessione pro Biancardi, chiedendo un intervento a Guido Podestà, plenipotenziaro milanese di Fi e candidato contro Penati nella città della Madonnina, per far digerire ai lodigiani il nome del «castellano», che intanto passa il fine settimana a Roma. Ma non è affatto detto che Foroni passi. E in quel caso servirebbe quindi un altro nome, di area Pdl, da gettare nella mischia. Ma sembra, per ora, che il veto si estenda anche all’avvocato Adriano Croce, di Codogno. Forse, però, archiviato troppo in fretta.INTANTO, giovedì sera, vertice del Pdl nella sede di corso Archinti. Dalle 9 di sera, seduta fiume, ma dai toni distesi e pacati, dietro le finestre illuminate della sede inaugurata dal sottosegretario Mario Mantovani. Dentro, poco meno di venti persone. C’erano, ovviamente, i segretari provinciali, poi Nicola Buonsante, Livio Bossi, forzista lodigiano ed ex socialista, gli uomini di An e i «reduci» del congresso costituente del Pdl. Dentro, voci tonanti, qualche risata, ma anche istanti di silenzio. Alle 22.30, una pausa. Le finestre si spalancano per concedere una sigaretta ai partecipanti del vertice. Da dentro una voce isolata: «Non è così che si nomina un candidato». Facile che si tratti di una stoccata a Biancardi. Ma c’è anche spazio per qualche battuta sul congresso romano del Pdl: «Ma era davvero pergamena quella del discorso di Berlusconi?», chiede curioso e invidioso un collega a uno dei fortunati «costituenti». Poi di nuovo dentro, ma a finestre aperte. Ha smesso di piovere. Una coppia di anziani passa sotto la sede di Forza Italia e alza lo sguardo incuriosita alle finestre illuminate, ascoltando le voci che rimbombano sulla strada deserta. Dentro si parla anche di liste: si contano i collegi. Sono ormai passate le undici di sera, qualcuno torna al balcone a fumare e scherza: «Facciamo così: noi scegliamo un candidato poi lo mandiamo al balcone a fare il discorso». Risate generali. Alle 23.47 comincia ad uscire alla spicciolata la gran parte dei presenti. Se ne va Buonsante, se ne va anche il segretario cittadino di An. Restano dentro i vertici provinciali. Le luci restano accese: pare ci lavori a un documento da spedire ai capi di Milano e Roma. Ma c’è ancora da aspettare. An, da qualche ora, caldeggia la convocazione di una conferenza stampa per dare «il nome». Quello definitivo che i vertici locali hanno scelto. Ma si attende ancora. Domani c’è il direttivo della Lega. Poi si vedrà.
SE SPERAVATE di sapere oggi chi sfiderà alle provinciali Osvaldo Felissari, vi siete sbagliati. La fiera delle candidature non si è ancora conclusa e il paradosso di questa settimana, tutto lodigiano, resta invariato: Milano, ma anche Roma, sembrano proprio puntare tutto su Antonio Biancardi, che però è amato dai suoi, nel Lodigiano, come i corvi dai contadini in tempo di semina. Non lo vogliono. Lo hanno detto a chiare lettere e - sottolineano - serenamente stanno in costante contatto con i vertici dei rispettivi partiti per sbloccare la situazione. Quando? «Forse fra lunedì o martedì», avverte il segretario di Forza Italia, Claudio Pedrazzini. Gianfranco Regali, An, taglia netto sulle ipotesi di una sua candidatura: «Il mio nome era entrato, tanti mesi fa, in una rosa chiesta dalle segreterie, come era accaduto anche in Lega e Forza Italia. Ma io, sia chiaro, appoggio Pietro Foroni, come tutti gli altri. Senza riserve». E proprio Pietro Foroni sembra oggi essere l’ancora di salvezza, formato Lega Nord, a cui il Pdl cerca di aggrapparsi pur di non dare spazio a Biancardi, con una candidatura costruita tutta sulla testa, se non alle spalle, della compagine locale. Dietro, lo si è detto all’infinito, c’è Marco Votta, ma anche Romano Comincioli. E pare che ieri, per telefono, lo stesso Giancarlo Abelli - dominus pavese di Forza Italia, abbia fatto atto di intercessione pro Biancardi, chiedendo un intervento a Guido Podestà, plenipotenziaro milanese di Fi e candidato contro Penati nella città della Madonnina, per far digerire ai lodigiani il nome del «castellano», che intanto passa il fine settimana a Roma. Ma non è affatto detto che Foroni passi. E in quel caso servirebbe quindi un altro nome, di area Pdl, da gettare nella mischia. Ma sembra, per ora, che il veto si estenda anche all’avvocato Adriano Croce, di Codogno. Forse, però, archiviato troppo in fretta.
venerdì 3 aprile 2009
PROVINCIALI, ANCORA SAGRA
Dal Giorno di oggi.
SE NON FOSSE un fatto vero, sarebbe quasi la commedia dell’arte. La trattativa all’interno del centrodestra per decidere chi dovrà sfidare Osvaldo Felissari alla guida di Palazzo San Cristoforo non solo non è ancora chiusa, ma minaccia di complicarsi ancora. Non sono servite telefonate, incontri notturni, fra Roma, Lodi e Milano, per designare con certezza qualcuno che si assuma l’onere di guidare la coalizione fra Lega e Pdl alle urne. Il nome di Antonio Biancardi rimane il favorito da Milano, ma anche da Roma. Grazie a un’operazione costruita tutta - giurano a Lodi - sulla testa dei vertici locali. Dietro, si ripete, c’è il colpo di coda del forzista Marco Votta, trasferito a Sondrio, ma ultimamente molto attivo sul territorio. I vertici locali, però, Biancardi proprio non lo vogliono. Lo fanno capire senza mezzi termini. LO DEFINISCONO una persona brillante. Poi aggiungono una fila di «ma». E già qualche «pezzo grosso» ha minacciato di mollare il partito se arriverà il via libera alla candidatura. L'ex sindaco di Maccastorna, però, non fa neppure una piega. Ieri non se ne stava seduto accanto al telefono, come mercoledì. Al contrario, l’abbiamo raggiunto direttamente al cellulare, in auto, mentre andava a Roma. «Oggi ho già ricevuto quattro telefonate — spiega ridendo —. No, non ho più sentito nessuno. Comunque, mi sembra che per le candidature c’è tempo fino al 7 aprile», conclude. Ma a Lodi non ci pensano proprio ad arrivare fino al 7 con questo stillicidio. Giancarlo Regali, che fra l’altro ha anche confermato ieri che fra i nomi segnalati da An per una candidatura c’è anche il suo, sta spingendo perché, attese le ultime riunioni di ieri sera, sentiti Massimo Corsaro e i vertici di Forza Italia, già stamattina si sciolgano le riserve e i vertici locali presentino definitivamente il nome del prescelto. QUESTO anche per mettere fine al curioso paradosso del fuoco di fila del Pdl locale contro Biancardi, che certo non è un nome leghista. Claudio Pedrazzini, segretario di Forza Italia, lascia sul tavolo tutte le ipotesi. «Al momento, con Roma e Milano, stiamo ancora verificando. Ma le ipotesi aperte sono quelle di Pdl e Lega (il nome, ovviamente, è quello di Pietro Foroni, ndr) . Fra stasera e domani, comunque, dovremmo decidere». Così, mentre il nome di Adriano Croce, ex sindaco bassaiolo, non sembra a sua volta riuscire a superare l’embargo imposto dai vertici del territorio, sicuramente guardando spassionatamente la mappa delle province lombarde e dei posti assegnati nelle grandi aziende lombarde, partecipate dalla Regione, le posizioni della Lega sono già abbastanza fornite. Tanto da non consentire - in teoria - di dar spazio a ulteriori concessioni, come accadrebbe nel caso di una investitura di Foroni.
SE NON FOSSE un fatto vero, sarebbe quasi la commedia dell’arte. La trattativa all’interno del centrodestra per decidere chi dovrà sfidare Osvaldo Felissari alla guida di Palazzo San Cristoforo non solo non è ancora chiusa, ma minaccia di complicarsi ancora. Non sono servite telefonate, incontri notturni, fra Roma, Lodi e Milano, per designare con certezza qualcuno che si assuma l’onere di guidare la coalizione fra Lega e Pdl alle urne. Il nome di Antonio Biancardi rimane il favorito da Milano, ma anche da Roma. Grazie a un’operazione costruita tutta - giurano a Lodi - sulla testa dei vertici locali. Dietro, si ripete, c’è il colpo di coda del forzista Marco Votta, trasferito a Sondrio, ma ultimamente molto attivo sul territorio. I vertici locali, però, Biancardi proprio non lo vogliono. Lo fanno capire senza mezzi termini. LO DEFINISCONO una persona brillante. Poi aggiungono una fila di «ma». E già qualche «pezzo grosso» ha minacciato di mollare il partito se arriverà il via libera alla candidatura. L'ex sindaco di Maccastorna, però, non fa neppure una piega. Ieri non se ne stava seduto accanto al telefono, come mercoledì. Al contrario, l’abbiamo raggiunto direttamente al cellulare, in auto, mentre andava a Roma. «Oggi ho già ricevuto quattro telefonate — spiega ridendo —. No, non ho più sentito nessuno. Comunque, mi sembra che per le candidature c’è tempo fino al 7 aprile», conclude. Ma a Lodi non ci pensano proprio ad arrivare fino al 7 con questo stillicidio. Giancarlo Regali, che fra l’altro ha anche confermato ieri che fra i nomi segnalati da An per una candidatura c’è anche il suo, sta spingendo perché, attese le ultime riunioni di ieri sera, sentiti Massimo Corsaro e i vertici di Forza Italia, già stamattina si sciolgano le riserve e i vertici locali presentino definitivamente il nome del prescelto. QUESTO anche per mettere fine al curioso paradosso del fuoco di fila del Pdl locale contro Biancardi, che certo non è un nome leghista. Claudio Pedrazzini, segretario di Forza Italia, lascia sul tavolo tutte le ipotesi. «Al momento, con Roma e Milano, stiamo ancora verificando. Ma le ipotesi aperte sono quelle di Pdl e Lega (il nome, ovviamente, è quello di Pietro Foroni, ndr) . Fra stasera e domani, comunque, dovremmo decidere». Così, mentre il nome di Adriano Croce, ex sindaco bassaiolo, non sembra a sua volta riuscire a superare l’embargo imposto dai vertici del territorio, sicuramente guardando spassionatamente la mappa delle province lombarde e dei posti assegnati nelle grandi aziende lombarde, partecipate dalla Regione, le posizioni della Lega sono già abbastanza fornite. Tanto da non consentire - in teoria - di dar spazio a ulteriori concessioni, come accadrebbe nel caso di una investitura di Foroni.
giovedì 2 aprile 2009
dal Giorno di oggi
LA RIVOLTA della base del centrodestra sarebbe andata a buon fine. La candidatura alla guida della Provincia di Antonio Biancardi, sindaco di Maccastorna, sponsorizzato dall’eterno Marco Votta, forzista di Senna, trasferito all’Azienda ospedaliera di Sondrio, è sfumata davanti al veto congiunto della triade dei segretari locali di An, Forza Italia e Lega. Soprattutto è pesato il no di An, cui volentieri si è accodata Forza Italia, scavalcata in questa fase a livello locale dalla scelta di Milano - e forse di Roma - di candidare l’ex presidente di Confagricoltura. Il nome chiesto a gran voce dal territorio, anche dopo due ore di riunione con Giancarlo Giorgetti, segretario della Lega lombarda, resta quello di Pietro Foroni, sindaco di Maleo, che comunque alle 22 di ieri negava di sapere alcunché. È lui l’unico uomo che raccoglie il sì di tutti i partiti. Manca solo il via libera. A meno di colpi di mano dell’ultim’ora da parte dei sostenitori di Biancardi. Ma è in rivolta. Sta in questo ennesimo paradosso l’ultima puntata della telenovela aperta a destra per la corsa a Palazzo San Cristoforo. Mentre tutti i nodi regionali sono chiusi, tranne quello di Cremona, Lodi continua a essere «sede vacante». LA CANDIDATURA di Biancardi è stata costruita con lungo lavorìo dalla Valtellina, da Marco Votta, responsabile dell’azienda ospedaliera, ma uomo del Lodigiano. Non a caso ieri, a quanto pare, da Sondrio sono piovute telefonate a iosa nei palazzi del potere locale, per spiegare l’origine e la paternità della scelta, che troverebbe gli ambienti regionali sostanzialmente favorevoli. Ma la partita non si è chiusa qui: già ieri era arrivato il secco «no» all’ipotesi Biancardi da parte di Alleanza Nazionale. Ma non sembra che neppure i vertici locali degli azzurri vedano la partita di buon occhio. Sarebbe un’operazione costruita alle spalle (se non contro) la segreteria locale. A confermarlo, la scelta, ieri pomeriggio, di gettare sul tavolo delle trattative nazionali - all’unanimità - l’ipotesi di riesumare una candidatura leghista, rinunciando addirittura a un nome del Pdl. Ieri sera intorno alle 20, lo stesso Biancardi ha risposto direttamente al telefono di casa: non sono serviti neppure due squilli. È LEI IL candidato del centrodestra? «Ah, questo non lo so ancora — risponde il diretto interessato —. So soltanto che quando ho inviato il mio curriculum a Milano (era Natale) io ho posto qualche paletto: se si vuole costruire un progetto di cambiamento, serve coesione. Non mi pare che al momento ce ne sia molta». Ma come mai qualcuno a Lodi non la vuole? «Dovreste chiederlo a loro. Comunque resto tranquillo. Ho sessant’anni e non vivo di politica. E poi, uno che ha fatto per sei anni il presidente degli imprenditori agricoli lombardi, con 19mila iscritti, ne ha viste talmente tante che sarebbe preparato per l’Afghanistan. Per questo io resto assolutamente freddo». Ora non resta che attendere la scelta di Pdl e Lega. Ieri un vertice a Roma si è chiuso senza risultati. Tutto rinviato di almeno un giorno.
LA RIVOLTA della base del centrodestra sarebbe andata a buon fine. La candidatura alla guida della Provincia di Antonio Biancardi, sindaco di Maccastorna, sponsorizzato dall’eterno Marco Votta, forzista di Senna, trasferito all’Azienda ospedaliera di Sondrio, è sfumata davanti al veto congiunto della triade dei segretari locali di An, Forza Italia e Lega. Soprattutto è pesato il no di An, cui volentieri si è accodata Forza Italia, scavalcata in questa fase a livello locale dalla scelta di Milano - e forse di Roma - di candidare l’ex presidente di Confagricoltura. Il nome chiesto a gran voce dal territorio, anche dopo due ore di riunione con Giancarlo Giorgetti, segretario della Lega lombarda, resta quello di Pietro Foroni, sindaco di Maleo, che comunque alle 22 di ieri negava di sapere alcunché. È lui l’unico uomo che raccoglie il sì di tutti i partiti. Manca solo il via libera. A meno di colpi di mano dell’ultim’ora da parte dei sostenitori di Biancardi. Ma è in rivolta. Sta in questo ennesimo paradosso l’ultima puntata della telenovela aperta a destra per la corsa a Palazzo San Cristoforo. Mentre tutti i nodi regionali sono chiusi, tranne quello di Cremona, Lodi continua a essere «sede vacante». LA CANDIDATURA di Biancardi è stata costruita con lungo lavorìo dalla Valtellina, da Marco Votta, responsabile dell’azienda ospedaliera, ma uomo del Lodigiano. Non a caso ieri, a quanto pare, da Sondrio sono piovute telefonate a iosa nei palazzi del potere locale, per spiegare l’origine e la paternità della scelta, che troverebbe gli ambienti regionali sostanzialmente favorevoli. Ma la partita non si è chiusa qui: già ieri era arrivato il secco «no» all’ipotesi Biancardi da parte di Alleanza Nazionale. Ma non sembra che neppure i vertici locali degli azzurri vedano la partita di buon occhio. Sarebbe un’operazione costruita alle spalle (se non contro) la segreteria locale. A confermarlo, la scelta, ieri pomeriggio, di gettare sul tavolo delle trattative nazionali - all’unanimità - l’ipotesi di riesumare una candidatura leghista, rinunciando addirittura a un nome del Pdl. Ieri sera intorno alle 20, lo stesso Biancardi ha risposto direttamente al telefono di casa: non sono serviti neppure due squilli. È LEI IL candidato del centrodestra? «Ah, questo non lo so ancora — risponde il diretto interessato —. So soltanto che quando ho inviato il mio curriculum a Milano (era Natale) io ho posto qualche paletto: se si vuole costruire un progetto di cambiamento, serve coesione. Non mi pare che al momento ce ne sia molta». Ma come mai qualcuno a Lodi non la vuole? «Dovreste chiederlo a loro. Comunque resto tranquillo. Ho sessant’anni e non vivo di politica. E poi, uno che ha fatto per sei anni il presidente degli imprenditori agricoli lombardi, con 19mila iscritti, ne ha viste talmente tante che sarebbe preparato per l’Afghanistan. Per questo io resto assolutamente freddo». Ora non resta che attendere la scelta di Pdl e Lega. Ieri un vertice a Roma si è chiuso senza risultati. Tutto rinviato di almeno un giorno.
mercoledì 1 aprile 2009
ASSEDIO AL CASTELLO DI MACCASTORNA
LE PROVINCIALI. LODI UFFICIALMENTE AL PDL
E' stata presentata la lista completa dei candidati in Lombardia di Pdl-Lega alle prossime elezioni amministrativedel 6 e 7 giugno. L'accordo vede Guido Podesta' (Pdl) candidato alla presidenza della Provincia di Milano, Daniele Molgora (Lega Nord),attuale Sottosegretario all'Economia, candidato alla presidenza della Provincia di Brescia, Dario Allevi (Pdl), candidato alla Provincia di Monzae Brianza, Daniele Nava (Pdl), candidato alla presidenza della Provincia di Lecco, Franco Tentorio (Pdl), candidato a Sindaco di Bergamo,Ettore Pirovano (Lega Nord), candidato alla presidenza della Provincia di Bergamo, Alessandro Cattaneo (Pdl), candidato a Sindaco di Paviae Massimo Sertori (Lega Nord), candidato alla presidenza della Provincia di Sondrio''. ''Un esponente del Pdl - hanno inoltre precisato i coordinatori di Pdl e Lega, Corsaro e Giorgetti - sostituira' nel Governo il candidato dellaLega alla Provincia di Brescia, cosi' come indicato oggi anche dal Presidente Berlusconi e il Pdl indichera' anche i nomi per i candidati aSindaco di Cremona, alla presidenza della Provincia di Cremona e alla presidenza della Provincia di Lodi
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