mercoledì 7 maggio 2008

BERTONICO, QUELLA VECCHIA CONVENZIONE

PRIMA CHE LE POLEMICHE politiche si slancino in un dibattito fratricida, mente Sorgenia stravince, ricostruiamo la vicenda delle convenzioni del 2002, così come siamo riusciti a farlo. Senza pretesa di esaustività.


Il documento urbanistico del 2002 potrebbe non avere alcun collegamento diretto con la centrale; la convenzione era infatti tra i Comuni interessati (Bertonico, Turano e Terranova Passerini) e la proprietà dell'area ex Gulf (le società Kosmocal, Kursal e altre ancora, riconducibili agli imprenditori immobiliari Zoncada e Boschiroli: tra l'altro, sarebbe interessante chiedere a Zoncada). Le convenzioni sarebbero normali strumenti di attuazione dei piani di lottizzazione dell'area, che a loro volta, in base all'accordo di programma con la Regione Lombardia per la riqualificazione dell'ex Gulf, rappresentavano un ineludibile passaggio urbanistico per rendere disponibile a nuovi insediamenti produttivi l'area stessa; nelle convenzioni si elencano ovviamente anche le opere di urbanizzazione da realizzare a cura dei lottizzanti, opere che Sorgenia si è impegnata a effettuare sulla porzione di suo interesse sulla base di accordi con la proprietà, non con i Comuni; quando le convenzioni sono state elaborate, Sorgenia (anzi, all'epoca Energia Spa) non era neppure all'orizzonte e nel dibattito locale la minaccia da sventare era quella di un inceneritore (dato che all'inizio degli anni '90 uno studio congiunto di Regione Lombardia e Consorzio del Lodigiano aveva individuato proprio nell'ex Gulf l'unico posto nel Lodigiano in cui, in teoria, era possibile realizzare un termodistruttore).
Le convenzioni sanciscono esplicitamente il divieto di realizzare inceneritori sull'ex Gulf e all'epoca la cosa fu salutata come una garanzia a tutela del territorio; Energia Spa si fa viva per la prima volta nel luglio del 2003, presentando ai Comuni e per conoscenza alla Provincia (firmataria dell'accordo di programma con la Regione) una semplice dichiarazione di interesse, che tra l'altro gli enti locali decisero di rendere subito nota alla stampa locale e all'opinione pubblica.
Il progetto di realizzazione di una centrale fu invece presentato all'inizio del 2004; il passaggio delle convenzioni su cui si il centrodestra ha polemizzato non dice che si autorizza l'insediamento di centrali o di attività di produzione di energia elettrica conto terzi, bensì che tra i requisiti preferenziali per l'autorizzazione di nuovi insediamenti c'era anche l'autonomia (se non l'autosufficienza) nell'approvvigionamento di energia elettrica, proprio nel timore che i maggiori fabbisogni determinati da nuove attività produttive giustificassero poi richieste di nuove centrali o di ulteriori potenziamenti di quelle esistenti (Tavazzano).

Il passaggio sulla produzione di energia, sarebbe invece stato superato dal successivo decreto Marzano (nato sull'onda del black-out), per il quale se un'area ha generica destinazione produttiva può tranquillamente ospitare l'insediamento di centrali, a patto che siano approvate le valutazioni di impatto ambientale.

Detto questo, lo ripetiamo, il rischio di una centrale ormai non è più da coniugare al condizionale ma all'indicativo.

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