Sono arrivato qui tre anni fa. Era il 28 di marzo del 2007 quando ho messo piede per la prima volta a Lodi. Oggi è la mia casa. In questa strana città di sussurri, di gomitate di sottecchi, sorrisi e piccole follie ho trovato un porto franco. Ho costruito molti rapporti umani, qualche amicizia solida e, nel complesso, ho vissuto tre anni splendidi dal punto di vista professionale. Ora, come un bravo soldato di ventura, mi chiamano da un'altra parte e io faccio fagotto. La mia casa resta qui, almeno per ora. Qui dove vivo benissimo. Fra le tante cose che mi dispiace di lasciare c'è anche questo blog strampalato, fatto di spigolature politiche raccolte senza impegno e senza obbligo, di vignette, di piccole liti da cortile in cui mi sono divertito immensamente. Non credo, purtroppo, che il Fanfulla potrebbe continuare a vivere da solo. Lo lascio qui, insieme a Lodi.
Grazie a chi ci ha voluto bene, ma anche a quelli cui siamo stati santamente sulle balle...
Gui.Ba.
mercoledì 14 aprile 2010
sabato 10 aprile 2010
venerdì 2 aprile 2010
sabato 27 marzo 2010
lunedì 15 marzo 2010
sabato 6 marzo 2010
A PALAZZO CHIGI
UN GRIDO NELLA NOTTE ESCE DALLA FINESTRA D'ANGOLO DELL'ANTICO PALAZZO...:
"BORGO SAN GIOVANNI? MA DOVE CAZZO E'??????"
"BORGO SAN GIOVANNI? MA DOVE CAZZO E'??????"
sabato 27 febbraio 2010
MANIFESTI
Su un manifesto elettorale leggo la scritta: "Una di voi".
Mi permetterete di rispondere: badi a come parla.
Mi permetterete di rispondere: badi a come parla.
venerdì 26 febbraio 2010
CHIUSO PER LUTTO
IL Fanfulla Telematico oggi comunica ai lettori che è morta la politica. Restiamo in silenzio un paio di giorni per smaltire il colpo apoplettico prodotto dalla lettura dei programmi delle elezioni comunali.
giovedì 25 febbraio 2010
venerdì 19 febbraio 2010
martedì 9 febbraio 2010
Un Consiglio comunale da dimenticare
BROGLIACCIO SINTETIZZATISSIMO DEL CONSIGLIO DI IERI
Zuffa su insulti - Bastici: Brunetti chiede di devolvere gettone. Poi solidarietà a Bastici.
Rossi interviene: Solidarietà per il va a cagare di Colizzi
Colizzi: “Abbiamo fatto accordi di ogni tipo”.
Rossi: “Li specifichi, la querelo”
Sindaco “Questo è vergognoso. Vergognamoci dell’esempio dato questa sera”
Colizzi: “accordi di gestione insieme agli altri capigruppo per la gestione”
Rossi. Prendere frasi dette fra parentesi, prima del Consiglio ritenuto confrontarmi con Bastici per scritto che non mi è piaciuto. Questione fra me e lui. Microfoni spenti. Correttezza istituzionale è che se qualcuno intende informare il Consiglio di qualcosa di utile, in genere, come faccio io, sempre detto prima. Trovo scorretto che se c’era comunicazione personale. Mi riserverò di tutelare la mia dignità. Non c’è vanto a essere eletti in maggioranza, Bastici.
Guerini. Ribadisco. Questa sera la discussione di un’ora è stata poco edificante ritengo che dobbiamo vergognarci. Mi vergogno della seduta di questa sera. Me ne vergogno solo io, continuo a vergognarmi solo io.
Rossi. Io mi vergogno dei bimbi che muoiono di fame o degli stupri. Se mi permette, chi si batte per la propria dignità non deve provare vergogna. Nulla da vergognarmi.
Poi Rossi chiede di avere copia urgente della registrazione CC.
STU
Guerini:
Stu avrà compito committente lavori strutture didattiche costruite da socio privato. Completamento opere richiederà cinque anni: 2010-2014. Fra sottoscrittori protocollo d’intesa per le opere, schema già deliberato. Perché deciso usare lo strumento. Perché consente diretto coinvolgimento tutti i soggetti pubblici e privati e agire coordiando lavori in prospettiva che pone privati e organi piano concertazione anziché contratto fra committente e realizzatore. Terreno sarà acquistato dalla Stu e in diritto di superficie. Per socio privato procedura evidenza pubblica. 76 milioni.
Rossi. Grazie avere segnalato chi detto. Un soggetto c’era ed era la BPL. Le cose sono cambiate. Ma a me piace sempre ricordare ricordare la banca di Lodi come la banca dei lodigiani..
Valore delle opere non è basso. Quale migliore occasione per coinvolgere tutte le imprese locali che faticano a sopravvivere. Mi sono permesso di suggerire Odg, già vagliato da commissione, mi auguro parte integrante del dibattito di oggi.
CERESA:
Favorevole a accordo di programma. Io sono qui dal 1996 e se ne parlava già. Ho sempre votato a favore a questo. Poi, potremmo discutere se è posto giusto, se III accordo sia approvato prima della fine del mandato. Intervento importante per la città. In sede di capigruppo avevo chiesto se nella scelta delle imprese fosse possibile fare imprese della città, certezza si tratti di imprese solventi. Evitare casi della provincia…
Zuffa su insulti - Bastici: Brunetti chiede di devolvere gettone. Poi solidarietà a Bastici.
Rossi interviene: Solidarietà per il va a cagare di Colizzi
Colizzi: “Abbiamo fatto accordi di ogni tipo”.
Rossi: “Li specifichi, la querelo”
Sindaco “Questo è vergognoso. Vergognamoci dell’esempio dato questa sera”
Colizzi: “accordi di gestione insieme agli altri capigruppo per la gestione”
Rossi. Prendere frasi dette fra parentesi, prima del Consiglio ritenuto confrontarmi con Bastici per scritto che non mi è piaciuto. Questione fra me e lui. Microfoni spenti. Correttezza istituzionale è che se qualcuno intende informare il Consiglio di qualcosa di utile, in genere, come faccio io, sempre detto prima. Trovo scorretto che se c’era comunicazione personale. Mi riserverò di tutelare la mia dignità. Non c’è vanto a essere eletti in maggioranza, Bastici.
Guerini. Ribadisco. Questa sera la discussione di un’ora è stata poco edificante ritengo che dobbiamo vergognarci. Mi vergogno della seduta di questa sera. Me ne vergogno solo io, continuo a vergognarmi solo io.
Rossi. Io mi vergogno dei bimbi che muoiono di fame o degli stupri. Se mi permette, chi si batte per la propria dignità non deve provare vergogna. Nulla da vergognarmi.
Poi Rossi chiede di avere copia urgente della registrazione CC.
STU
Guerini:
Stu avrà compito committente lavori strutture didattiche costruite da socio privato. Completamento opere richiederà cinque anni: 2010-2014. Fra sottoscrittori protocollo d’intesa per le opere, schema già deliberato. Perché deciso usare lo strumento. Perché consente diretto coinvolgimento tutti i soggetti pubblici e privati e agire coordiando lavori in prospettiva che pone privati e organi piano concertazione anziché contratto fra committente e realizzatore. Terreno sarà acquistato dalla Stu e in diritto di superficie. Per socio privato procedura evidenza pubblica. 76 milioni.
Rossi. Grazie avere segnalato chi detto. Un soggetto c’era ed era la BPL. Le cose sono cambiate. Ma a me piace sempre ricordare ricordare la banca di Lodi come la banca dei lodigiani..
Valore delle opere non è basso. Quale migliore occasione per coinvolgere tutte le imprese locali che faticano a sopravvivere. Mi sono permesso di suggerire Odg, già vagliato da commissione, mi auguro parte integrante del dibattito di oggi.
CERESA:
Favorevole a accordo di programma. Io sono qui dal 1996 e se ne parlava già. Ho sempre votato a favore a questo. Poi, potremmo discutere se è posto giusto, se III accordo sia approvato prima della fine del mandato. Intervento importante per la città. In sede di capigruppo avevo chiesto se nella scelta delle imprese fosse possibile fare imprese della città, certezza si tratti di imprese solventi. Evitare casi della provincia…
venerdì 5 febbraio 2010
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmPYh9nAu-MZfsz7jsE1fBTK39AlbiAGH6mlhy9RjN6ZAPJQXTUdaUNFdDNPrEu-0AZZUzrOukXA9-fmqmrGUCwha0-sffgKCE_STprEf13XUAgerozjkDt7pp9dVOqouw5vP2RKbj9p4/s400/82985.jpg)
CEMENTO SU LODI!
Anche noi creiamo la nostra lista civica.
Non resistiamo alla moda di Lodi. Tanti nomi, tanti volti che si impegnano in politica.
Con noi le forze vive della città:
Speculatori
Cementificatori
Trombati di ogni genere
Pregiudicati di gran carriera
Baroni universitari
Semplici fannulloni della Pubblica amministrazione
VIENI ANCHE TU!!!!!
lunedì 1 febbraio 2010
venerdì 29 gennaio 2010
PRIMO MANIFESTO TADIANO
venerdì 8 gennaio 2010
AUTOCOMMENTATA
Dal Cittadino di oggi. (Ogni tanto la storia inganna)
"Carissimo direttore, in data 19 dicembre, alle ore 11.00, in piazzale 3 Agosto, è avvenuta l’inaugurazione della statua equestre dedicata a Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, realizzata dall’artista lodigiano Felice Vanelli e donata alla città dalla Banca di Credito Cooperativo Centropadana. Grazie all’opera bronzea di un artista apprezzato come Felice Vanelli ed alla sensibilità della Banca di Credito Cooperativo Centropadana, la città dispone ora di questo prestigioso monumento e pertanto mi unisco al plauso ed alla gratitudine dimostrata da tutta la nostra comunità, nei confronti di un artista, purtroppo sino ad oggi scarsamente valorizzato, ed alla sensibilità dimostrata dal Presidente della Bcc Centropadana, Serafino Bassanetti, che si è fatto carico del contributo economico per la realizzazione dell’opera.Tra i vari interventi che si sono succeduti, ho avuto modo di ascoltare che tra le principali motivazioni addotte, per onorare il fondatore della nostra Città, Federico I di Svevia detto il Barbarossa, vi era principalmente il ringraziamento per essere accorso in aiuto dei lodigiani per la ricostruzione dell’antica Laus Pompeia, rasa al suolo dai milanesi.Ma chi era realmente e cosa rappresentò per i lodigiani Federico Barbarossa? Salì al trono dopo la morte dello zio Corrado III. Si impegnò soprattutto per realizzare l’unità germanica e affermare il potere universale dell’Impero e la sua supremazia sul Papato. Venuto in Italia nel 1154, tentò di ottenere l’autorità imperiale in Lombardia, anche se con grandi difficoltà. Così, dopo qualche atto di forza, si diresse a Roma, dove prese accordi con il pontefice Adriano IV, ottenendo l’incoronazione. A causa di alcuni disordini scoppiati in Germania, fu costretto a tornare in patria, ma nel 1158, tornò in Italia per riprendere la lotta contro i Comuni. Nella seconda dieta di Roncaglia, rivendicò i suoi diritti sui Comuni, alcuni dei quali si ribellarono, sostenuti anche dal nuovo pontefice Alessandro III, in opposizione al quale, Federico fece eleggere Vittore IV, l’antipapa. Barbarossa, poi, distrusse Crema e Milano, causando però la ribellione dei Comuni vicini, che si riunirono nella Lega dei Comuni Lombardi. Alessandro III, intanto, era divenuto sostenitore morale delle forze, che si opponevano a Barbarossa, il quale, sceso per la quarta volta in Italia, si recò a S. Pietro per insediare l’antipapa. Nel 1176, guidata da Alessandro III si costituì la Lega Lombarda, che, con la «Battaglia di Legnano», riuscì ad ottenere parte delle proprie rivendicazioni. I Comuni rilasciarono all’imperatore una dichiarazione di vassallaggio, mentre venne loro concessa una completa autonomia amministrativa e in parte politica.Dunque la sintesi riportata per la consegna alla Città di un prestigioso monumento, non rende completamente onore alla storia che, così riassunta fornisce un quadro non precisamente incline con quanto accaduto, tendente ad esaltare un Dittatore che da tempo sfruttava ed opprimeva la nostra gente ed a relegare i nostri fratelli milanesi in un ruolo di banditi senza scrupoli. Si tratta viceversa di un anelito di libertà nei confronti di un dittatore straniero, in nome di quel principio di autonomia e di indipendenza richiamato più volte nella carta dei diritti umani come principio di autodeterminazione dei popoli liberi e che liberi vogliono restare, ribadito con tenacia trecento anni dopo dagli stessi milanesi, con l’insurrezione contro un altro dittatore, stavolta Austriaco, delle 5 giornate di Milano. E proprio mentre, aggregatesi le truppe di rinforzo, lasciate le vallate alpine, aveva ripreso la marcia verso sud, nell’intento mai sopito di dominare i nostri territori, l’Imperatore Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, venne travolto a Legnano il 29 maggio 1176 dall’esercito della Lega Lombarda, incappando in una disastrosa sconfitta, della quale massimi artefici furono non a caso i milanesi. Questa fu, secondo la storia a noi riportata, l’unica volta, se si esclude la semifinale dei mondiali di calcio, disputata il 17 giugno 1970 allo Stadio Azteca di Città del Messico, tra Italia e Germania, l’unica volta che riuscimmo a battere i tedeschi, senza l’aiuto esterno di Paesi alleati.In attesa dunque del giusto riconoscimento storico per gli eroi della Lega Lombarda, che come i partigiani sul Piave sancirono con il loro sangue il mitico detto “… non passa lo straniero…” magari con un monumento anche per il nostro glorioso condottiero, Alberto da Giussano, permettetemi di dissentire da uno dei tanti titoli riportati nell’occorrenza da quotidiani locali, tipo “Il Barbarossa torna a cavallo nella sua Lodi” … non nella sua Lodi, perché la Lodi è da oltre 800 anni dei lodigiani e tale dovrà restare
Mauro Rossi
"Carissimo direttore, in data 19 dicembre, alle ore 11.00, in piazzale 3 Agosto, è avvenuta l’inaugurazione della statua equestre dedicata a Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, realizzata dall’artista lodigiano Felice Vanelli e donata alla città dalla Banca di Credito Cooperativo Centropadana. Grazie all’opera bronzea di un artista apprezzato come Felice Vanelli ed alla sensibilità della Banca di Credito Cooperativo Centropadana, la città dispone ora di questo prestigioso monumento e pertanto mi unisco al plauso ed alla gratitudine dimostrata da tutta la nostra comunità, nei confronti di un artista, purtroppo sino ad oggi scarsamente valorizzato, ed alla sensibilità dimostrata dal Presidente della Bcc Centropadana, Serafino Bassanetti, che si è fatto carico del contributo economico per la realizzazione dell’opera.Tra i vari interventi che si sono succeduti, ho avuto modo di ascoltare che tra le principali motivazioni addotte, per onorare il fondatore della nostra Città, Federico I di Svevia detto il Barbarossa, vi era principalmente il ringraziamento per essere accorso in aiuto dei lodigiani per la ricostruzione dell’antica Laus Pompeia, rasa al suolo dai milanesi.Ma chi era realmente e cosa rappresentò per i lodigiani Federico Barbarossa? Salì al trono dopo la morte dello zio Corrado III. Si impegnò soprattutto per realizzare l’unità germanica e affermare il potere universale dell’Impero e la sua supremazia sul Papato. Venuto in Italia nel 1154, tentò di ottenere l’autorità imperiale in Lombardia, anche se con grandi difficoltà. Così, dopo qualche atto di forza, si diresse a Roma, dove prese accordi con il pontefice Adriano IV, ottenendo l’incoronazione. A causa di alcuni disordini scoppiati in Germania, fu costretto a tornare in patria, ma nel 1158, tornò in Italia per riprendere la lotta contro i Comuni. Nella seconda dieta di Roncaglia, rivendicò i suoi diritti sui Comuni, alcuni dei quali si ribellarono, sostenuti anche dal nuovo pontefice Alessandro III, in opposizione al quale, Federico fece eleggere Vittore IV, l’antipapa. Barbarossa, poi, distrusse Crema e Milano, causando però la ribellione dei Comuni vicini, che si riunirono nella Lega dei Comuni Lombardi. Alessandro III, intanto, era divenuto sostenitore morale delle forze, che si opponevano a Barbarossa, il quale, sceso per la quarta volta in Italia, si recò a S. Pietro per insediare l’antipapa. Nel 1176, guidata da Alessandro III si costituì la Lega Lombarda, che, con la «Battaglia di Legnano», riuscì ad ottenere parte delle proprie rivendicazioni. I Comuni rilasciarono all’imperatore una dichiarazione di vassallaggio, mentre venne loro concessa una completa autonomia amministrativa e in parte politica.Dunque la sintesi riportata per la consegna alla Città di un prestigioso monumento, non rende completamente onore alla storia che, così riassunta fornisce un quadro non precisamente incline con quanto accaduto, tendente ad esaltare un Dittatore che da tempo sfruttava ed opprimeva la nostra gente ed a relegare i nostri fratelli milanesi in un ruolo di banditi senza scrupoli. Si tratta viceversa di un anelito di libertà nei confronti di un dittatore straniero, in nome di quel principio di autonomia e di indipendenza richiamato più volte nella carta dei diritti umani come principio di autodeterminazione dei popoli liberi e che liberi vogliono restare, ribadito con tenacia trecento anni dopo dagli stessi milanesi, con l’insurrezione contro un altro dittatore, stavolta Austriaco, delle 5 giornate di Milano. E proprio mentre, aggregatesi le truppe di rinforzo, lasciate le vallate alpine, aveva ripreso la marcia verso sud, nell’intento mai sopito di dominare i nostri territori, l’Imperatore Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, venne travolto a Legnano il 29 maggio 1176 dall’esercito della Lega Lombarda, incappando in una disastrosa sconfitta, della quale massimi artefici furono non a caso i milanesi. Questa fu, secondo la storia a noi riportata, l’unica volta, se si esclude la semifinale dei mondiali di calcio, disputata il 17 giugno 1970 allo Stadio Azteca di Città del Messico, tra Italia e Germania, l’unica volta che riuscimmo a battere i tedeschi, senza l’aiuto esterno di Paesi alleati.In attesa dunque del giusto riconoscimento storico per gli eroi della Lega Lombarda, che come i partigiani sul Piave sancirono con il loro sangue il mitico detto “… non passa lo straniero…” magari con un monumento anche per il nostro glorioso condottiero, Alberto da Giussano, permettetemi di dissentire da uno dei tanti titoli riportati nell’occorrenza da quotidiani locali, tipo “Il Barbarossa torna a cavallo nella sua Lodi” … non nella sua Lodi, perché la Lodi è da oltre 800 anni dei lodigiani e tale dovrà restare
Mauro Rossi
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